100 commenti su un post possono confonderti.
Anzi, 100 e più commenti su un blog che soltanto 3 settimane fa non esisteva, ti confondono di certo.
100 e più ragazzi in cammino... con tanti passi ancora da fare.
I primi 100 passi, però, saranno nella direzione di quanti hanno sacrificato la loro vita per ideali grandi, di giustizia e di verità.
100 passi proprio sulle orme di quei giovani come Peppino Impastato, che non si rassegnano, che non si voltano dall'altra parte e che lottano.
"Maledetti bastardi...sono ancora vivo" sibila Roberto Saviano nell'ultima pagina di Gomorra... e per quelli che ancora pensano o sperano che le cose non possano cambiare è come il suono della campanella che annuncia la fine della ricreazione.
Perchè noi non ci rassegnamo e ci mettiamo in cammino... e i primi 100 passi li dedichiamo a chi urla come Peppino che " la mafia è una montagna di merda..."
Questa cosa dei 100 passi è forte!
RispondiEliminaIl film non l'ho visto, ma l'abbinamento con i Modena City Ramblers (io al concerto del primo maggio c'ero) è davvero forte
(e per farti scrivere una parolaccia so quanto ti ci vuole).
Ma mi piace l'idea di incamminarci insieme e di NON RASSEGNARCI.
Contate pure su di me, perchè tutto parte da noi...
Bravo Ric, non bisogna mai abbassare la guardia. Tempo fa ho letto di un reale pericolo di infiltrazioni della camorra in Umbria, e per la verità non ci volevo credere.
RispondiElimina« Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! »
RispondiEliminaSemplicemente ... splendido
bellissimo il film di Marco Tullio Giordana.
RispondiEliminaLa scena che hai scelto parla dei 100 passi che dividono la casa di Peppino Impastato da quella di un boss mafioso. Molte volte nella vita è proprio questione di passi.
Segnalo un sito che è una bomba:
RispondiEliminawww.ammazzatecitutti.org
Parla di tutti quei ragazzi che non si rassegnano.
Ciao a tutti...
RispondiEliminaho originisiciliane e visto che quando si parla di mafia spesso si pensa solo alla Sicilia non riesco a non dire la mia.
Prima cosa:la mafia non esiste soltanto in sicilia ma in tutto il mondo.In sicilia vive gente buona e gente cattiva,come in tutto il mondo.
Seconda cosa:noi ragazzi siciliani abbiamo molto a cuore il problema e davvero col cuore ci siamo uniti ai ragazzi di Locri durante la manifestazione.
Non se ne puo' piu'....non se ne puo' piu' di vivere col terrore di essere rapiti,ricattati,minacciati da questa gente stupida senza un minimo di dignita'...siamo davvero stanchi!
Abbiamo voglia di un mondo piu' pulito e sereno...!!
E dobbiamo essere proprio noi ragazzi di tutto il mondo ad unirci in questa idea e per queta idea lottare lottare lottare in tutti i modi possibili per far capire loro che non possono vincere....non ce la possono fare...siamo noi piu' forti...perche' l'amore e' piu' forte dell'odio!!
Coraggio...
io non vivo il fenomeno "mafia"da vicino,ma ho visto che interessandomi al problema mi sono fatto molto largo intorno e ho trovato molta,forse troppa gente disinteressata alla questione.La mafia non deve rimamenere problema esclusivo di chi ci vive.
RispondiEliminaLa gente molto spesso ignora questa realtà,la ritiene lontana,quasi appartenesse a luoghi chissà quanto distanti.le persone dovrebbero levarsi i paraocchi e guardare meglio all'Italia nella sua complessità e non soltanto nelle quattro mura della propria casa immaginando che il mondo finisca li.
e bravo il professorino dall' Ingilterra.
RispondiEliminaMa siccome voglio stupire United Kingdom, riporto una notizia "quasi" di casa nostra (e non si dica che non studio anch'io):
stanno per partire i 140 ragazzi toscani che quest'anno aiuteranno "Libera", l'associazione di Don Luigi Ciotti, a combattere la mafia coltivando i campi sequestrati alle cosche. L'anno scorso furono 82. Si alterneranno in Sicilia e in Calabria in sette turni di due settimane fino al 4 settembre. Con loro ci sarà anche il giudice ed ex procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna. La Regione è uno dei promotori e sostenitori del progetto "Liberarci dalle spine", a cui quest'anno ha aderito anche la Regione Calabria. La Regione Toscana in particolare si farà carico di tutte le spese di viaggio. Quattro sono le realta' in cui i ragazzi andranno ad operare: a Corleone e Monreale in provincia di Palermo e a Canicattì in provincia di Agrigento per quanto riguarda la Sicilia, in Calabria a Gioia Tauro, San Luca e Locri nella provincia di Reggio Calabria. I volontari presteranno il loro lavoro nelle cooperative agricole, collaboreranno anche alla realizzazione di alcuni spettacoli ed eventi culturali e daranno un ulteriore contributo di sei euro al giorno per le spese sostenute.
QUESTI SONO FATTI !!!
Hai capito l'architetto !!!
RispondiEliminaPrendi appunti U.K. ...
(ah ah ah ah )
Oggi il nottambulo lo faccio io.
RispondiEliminaComplimenti per il post Riccardo, mi è piaciuto molto il collegamento tra i 100 commenti al post precedente ed i 100 passi da fare, perchè siamo tutti ... in cammino...
La direzione è giusta, quella che ci fa guardare la nostra coscenza dritto negli occhi. E il minimo che possiamo fare è indignarci e gridare che "la mafia è una montagna di merda"...
La capacità di indignarsi è propria dei giovani; quelli che non si accontentano dello stato delle cose, che non si fermano di fronte alle ingiustizie.
RispondiEliminaMa vivere in terra di mafia ed avere questo atteggiamento fermo non è certo facile. Quante volte abbiamo visto interviste a giovani campani o siciliani che ostentano un atteggiamento per lo meno connivente ? Spesso lo Stato e le Istituzioni sono percepite come lontane, inutili...quasi un nemico (quando non realmente colluso).
Ma una strada è certo quella di far sentire la "pressione" su quei ragazzi che vivono questa triste realtà...non farli sentire mai soli.
Ha ragione Roberto Saviano quando sottolinea la presenza inquietante di "moltissimi ragazzi che ogni volta che aprivo bocca si mettevano a braccia conserte per segnalare la totale distanza dalle parole che dicevo".
RispondiEliminaSi fa avanti un pezzo di generazione per cui è la camorra il vero Stato ed il diritto alla felicità rivendicato coraggiosamente dallo scrittore di "Gomorra" una forma già realizzata, dove la subordinazione ai clan è scambiata con l'illusione del benessere ed il brivido del dominio su chi è più debole. Insomma, la felicità è il potere, l'arbitrio, la sfrontatezza.
Probabilmente molti stanno zitti perché hanno paura. Perché si sentono soli. Perchè avvertono, drammaticamente e sulla propria pelle, il vuoto, forse il baratro, tra i luoghi istituzionali e la società reale. Occorre, dunque, una risposta all'altezza, culturale prima ancora che politica. Qualcosa che occupi in fretta quel limbo separato che rende la camorra società e costume, in grado talvolta con successo di conquistare ed estorcere consensi.
Ho avuto modo di vedere che questo forum è frequentato da persone giovani e ingamba per questo vi invito a visitare e sostenere questo sito ammazzatecitutti.org (come ha già detto U.K.) vorrei sottolineare che l'informazione italiana è monopolizzata e strumentalizzata e se c'è qualcosa che non dobbiamo sapere nessuno te la dice, mi ripeto....ma ragazzi NON FACCIAMO IMBAVAGLIARE!
RispondiEliminaDaniele.
I MODENA sono stati bravissimi a riprendere questo tema...
RispondiEliminainfatti anche la canzone è stato un gran successo :)
Sono d'accordo con L3pSsS (anche se c'ha un ome complicato).
RispondiEliminaNon è mai facile trattare un tema come questo.
E la consapevolezza di potercela fare passa anche attraverso canzoni di successo come questa dei Modena...
(sai quanti ignoravano la figura di Peppino Impastato ed ora ne sanno qualcosa grazie a loro?)
Segnalo un'iniziativa di grande impatto (soprattutto se consideriamo che a portarla avanti sono gli stessi ragazzi che vivono in terra i camorra, andrangheta mafia).
RispondiEliminaIndossare un nastrino fucsia ogni giorno per testimoniare la vicinanza a Roberto Saviano ed a quanti decidono di dire no alla camorra. Fucsia come i coltelli di Gomorra..
L’idea dell’ “anticamorra scritta addosso” è stata lanciata con una lettera-appello dall’ Associazione Studenti Napoletani Contro la Camorra e dalla Rete N.A.C.O.(Nuova Anti Camorra Organizzata) sul sito http://www.studenticontrolacamorra.org e con un gruppo tematico su Facebook.
Grande Debby...
RispondiEliminaQuesto mi permette di ricordare che il 9 dicembre a Terni verrà premiato un giovane magistrato davvero "in prima linea": Raffaele Cantone (l'autore del libro ch avevo già segnalato: Solo per giustizia, vita di un magistrato contro la Camorra).
guardiamo tutto, leggiamo tutto, portiamo alla luce tutte queste iniziative come i siti che citavate. perché è nel silenzio che la montagna si accresce. si muovono al buio, senza che tu te ne accorga e mentre, illudendoti, pensi che sia una cosa lontana, che non ti riguarda, c'è chi lavora per mettere le mani su tutto quello che ti circonda: palazzi, negozi, imprese, appalti.
RispondiEliminae come Pablo (che le cita) penso che non ci sia niente di più esplicativo di queste parole:"LO VOGLIO URLARE...NOI CI DOBBIAMO RIBELLARE...PRIMA DI ABITUARCI...PRIMA DI NON ACCORGERCI PIU' DI NIENTE!"
Voglio riprendere un concetto di Marta che mi pare interessante.
RispondiEliminaE' necessario che i ragazzi che stanno in primalinea non si sentano soli, che sappiano che c'è un mare di gente da tutte leparti d'Italia che è con loro e che non li abbandona. Come non abbandoniamo Roberto Saviano nella sua battaglia di denuncia de clan dei Casalesi.
Se non riusciremo ad estirpare questo cancro, non potremo mai essere per davvero una moderna democrazia europea.
Il mio commento sarà un pò controcorrente...
RispondiEliminaci sono molti ragazzi che combattono contro la mafia è vero ma mi è capitato di parlare con dei ragazzi calabresi che ne parlavano con benevolenza...Loro mi dicevano che la ndragheta giù fa ciò che lo Stato dovrebbe fare... Cioè loro mi spiegavano che con i soldi che provengono dai traffici di droga aiutano i paesini più poveri completamente abbandonati dallo Stato dando loro dei soldi in cambio di lavoro che non è il migliore ma l'unico.. molto meglio di nn mangiare.... Per loro la ndrangheta è lo Stato...
Non lo sò, jaja.
RispondiEliminaMa l'idea dilliaca da presepe non riesco proprio a raffigurarmela...Il problema è ben più vasto e le responsabilità molto più drammatiche.
Premesso che troppo spesso lo Stato è percepito come assente (e speso lo è davvero) e che la disoccupazione endemica umilia quei ragazzi fino a fargli percepire che la 'ndranghta "almeno" ci sfama, il ragionamento credo sia un altro.
Il sistema messo in piedi in questa parte d'Italia (sembre più vasta) incide in tutto il tessuto economico, politico, culturale e sociale, stravolgendo ogni regola.
Droga racket prostituzione contrabbando appalti truccati smaltimento di rifiuti malasanità voti di scambio contraffazioni lavoro nero traffico d'armi estorsioni morti ammazzati guerre tra bande migliaia di vite innocenti riciclaggio di denaro discariche abusive e omicidi eccellenti...
Non ce la faccio proprio ad immaginarmi questi moderni Robin Hood che aiutano i paesini...
Semmai è propio per il loro "aiuto" che quei paesini (che spesso si trovano in posti incantevoli ed in qalunque altro posto del mondo sarebbero ricche mete turistiche)) siano caduti nel nulla... ostaggio di un potere che schiaccia e controlla.
E fa di peggio: fa credere ai giovani di essere l'unica alternativa possibile.
Lo Stato c'ha le sue colpe...ma non può certo essere un alibi, almeno credo.
e fortuna che non i sta Giampiero... sennò sai gli strilli ...
RispondiEliminaanche a me è capitato di parlare con amici siciliani che mi hanno fatto lo stesso tipo di discorso.
RispondiEliminala cosa mi ha colpito molto perchè sono persone che stimo, che hanno studiato con me all'università e ce nn hanno nessuno rapporto con quel sistema.
Piano piano però mi sono accorto che è proprio la vita quotidiana che li ha portati a pensare questo. Dalle piccole alle grandi cose, spesso sembra che in alcune zone le leggi siano diverse.
Si gira in moto senza casco, i cd si comprano dai banchetti, allo stadio si scavalca, il biglietto del tram non si paga... e così via.
Poi ci sono le grandi cose, che in un mondo così brutto non sembrano poi così brutte (ma lo sono!)
Uno dei miei amici mi ha detto che: Saviano era meglio che si fosse fatto gli affari suoi, che da quando ha scritto Gomorra, nell'hinterland napoletano hanno moltiplicato le forze dell'ordine e che adesso "bisogna mettersi il casco"...Pensa un pò, Marco... non lo indossiamo da una quindicina d'anni...
Benvenuto in Italia!
Ma jaja parla di una cosa reale, che tutti noi abbiamo sentito dire da ragazzi "che non ti aspetti".
RispondiEliminaE poi ci sono tanti disgustati dalla corruzione dello Stato, dai comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, che non si rassegnano allo stato delle cose.
A questi occorrer far sentir che CI SIAMO che SIAMO CON LORO.
he li accompagnamo lungo i "cento passi", fuori dal buio.
Intendiamoci io non volevo giustificare nulla...
RispondiEliminaVolevo solo mettere in evidenza un'altra realtà... la realtà di chi ci vive e percepisce cose diverse rispetto a chi non ci è minimamente abituato... la realtà di chi si sente abbandonato e vede nell'unica cosa che gli viene offerta una speranza... l'unica speranza...
E ribadisco quando ascoltavo quelle parole mi sono sentita così impotente, così incapace di capire il perchè di quel discorso...nella mia testa scorrevano le immagini di coloro che lottano e hanno lottato contro la criminalità organizzata e nn riuscivo a capire come un ragazzo poteva fare quel discorso....
è semplice io nn vivo nelle sue stesse condizioni... io ho alternative... lì non è così...
Anzi le alternative sono due: stare al gioco o andarsene per trovare quella vita migliore che laggiù non arriva... e non arriva perchè nn vogliono farcela arrivare...
Lo Stato ha molte colpe...
eh già... lo Stato(che dovremmo essere tutti noi) ha molte colpe.
RispondiEliminaA me è sempre sembrata una grandissima violenza quella esercitata sui giovani del sud, costretti ad andarsene dalle proprie città per scappare da una situazione spesso insostenibile.
RispondiEliminaMa quell'atteggiamento "assistenzialista" gli rimane addosso... per tanti e tanti anni.
Di qualcuno è colpa : dello Stato, della Polizia, dei miei vicini, dei politici locali, del destino cinico e baro...
Intanto mettiamoci a camminare insieme...
Ma sia chiaro a tutti chi sta da una parte, e chi sta dall'altra della riga (quella ce ha tracciato Ric, per intenderci...)
ehhh.
RispondiEliminaPer Dave il mondo è sempre bianco o nero...
Ma a noi piace così.
Jaja ha messo un pò di pepe, e questo sempre da apprezzare, così cme Matteo e Lollo.
Di Riccardo non dico, perchè non si giudicano i vulcani.
Complimeti a tutti, ragazzi. Gli spunti che vengono fuori in questi commenti potrebbero benissimo essere presi ad esempio per ben più profonde riflessioni.
Bravi, veramente.
vedi scrivi dovremmo essere tutti noi...
RispondiEliminama lo Stato non siamo noi...
o meglio io in questo Stato non mi ci identifico proprio...
E' tardi, lo so. Sono tornato ora da una riunione, ma ho letto zio Eugenio e jaja, ed a loro devo una risposta.
RispondiEliminaSo bene quanto è difficile strappare complimenti al "membro anziano"; perciò incasso e ringrazio, non senza precisare che l'unico merito è quello di aver organizzato una rete di "liberi giovani pensatori"... perchè la nostra città ne è piena, ma sono spesso dispersi.
A Jaja (mente pronta e piglio di chi sa cosa vuole), che mi ricorda le passioni forti dei miei ventanni (non che ne abbia 50, ma fra i tempi spensierati dell'Università e le responsabilità dell'oggi ci sta veramente l'Oceano Atlantico), voglio rispondere con le parole del più attuale dei pensatori: il caro e vecchio Socrate:
“Non bisogna mai agire ingiustamente”
“Non bisogna nemmeno rispondere a un’ingiustizia con un’altra ingiustizia”
“Se si ammette che una cosa è giusta, bisogna farla”
"Lo Stato è necessario per il vivere dell’uomo".
In questo senso lo Stato siamo noi, il Governo, le Istituzoni e le scelte della politica sono altra cosa... Ma lo Stato è l'insieme dei cittadini, di tutti noi che siamo "in cammino" e che vogliamo contribuire a cambiare le cose in meglio; di tutti quelli che non rinunciano, che non si voltano dall'altra parte, che non si rassegnano...
E per il solo fatto di stare qui a parlarne... beh, abbiamo già fatto un buon tratto di strada.
Grazie davvero.
Guarda che se fai così li spaventi...
RispondiEliminaNon hai resistito al rigurgito da classico.
Tipico.
Condivido ma rilancio: vedo che ti stai avvicinando ai temi di casa nostra.
Allora ti dico che il riferimento che affiorà qua e là all'espansione dei tentacoli della mafia e della camorra alla verde Umbria turba i miei sonni. La domanda è: secondo te, dobbiamo stare in guardia Ric?
Non tanto per rispetto all'età (ormai veneranda) ma quando c'ha ragione, bisogna dargliela.
RispondiEliminaE bravo zio Eugenio, anche a me pare che il blog unzioni e che abbia cominciato a mettere insieme parecchi giovani interessanti...
Detto questo ho sentito e risentito il pezzo dei Modena city rumblers (che non conoscevo) e l'energia che trasmettono si sposa perfettamente con la scena cruda del film che hai scelto.
E che ci sia un gruppo di ragazzi che a Terni discutono dei 100 passi da fare indirezione della giustizia e della verità mi sembra un buonissimo inizio.
P.S. effetivamente poteva venire in mente solo a te di celebrare i 100 commenti al post precedente con un altro post che è un pugno nello stomaco...
E' sempre bene ricordare il sacrificio di quelli che hanno sacrificato la propria vita per amore della giustizia.
RispondiEliminaChe i più giovani sappiano sempre che ci sono anche persone che riescono a sollevare la testa e gridare NO.
Lo devo ammettere: da quando ho letto Gomorra ho capito tante cose rispetto a quello che vedevo in Campania (nei miei viaggi per lavoro).
RispondiEliminaPer anni la mafia, che ha deciso una strategia di attacco frontale allo Stato, ha attratto tutta l'attenzione mediatica su di sè...
Così siamo cresciuti ritenendo che i fenomeni della camorra e della 'ndrangheta fossero in fondo in fondo meno gravi.
Quanto sbagliavamo!!!
Gira gira alla fine ho trovato un blog interessante.
RispondiEliminaGabriele77.
Aspettando un momento per poter scrivere qualcosa con più calma...leggendo il post, mi è venuta in mente una frase di una canzone "...gli eroi son tutti giovani e belli, gli eroi son tutti giovani e belli!"
RispondiEliminaeh ... il caro Guccini.
RispondiEliminaFuser c'ha ragione, e noi dobbiamo fare la nostra parte. A partire da casa nostra, da uelle che sembrano piccole cose e che invece, giorno dopo giorno, sitrasformano in problemi enormi.
La mafia è un cancro. Lo dobbiamo dire a voce alta e senza dubbi.
Ha prosperato nell'ignoranza, nella miseria e nell'omertà, ma insieme è possibile rovesiare le cose.
Mi ricordo lo stupore dei ragazzi calabresi che venivano a Perugia a studiare all'Università e si trovavano davanti una città "libera" da tutte le pressioni che avevano vissuto a casa loro. In molti sono rimasti a lavorare lì... quasi tutti non tornano a casa, preferiscono fuggire da una realà che non offre loro prospettive e che li schiaccia. Anche io voglio fare 100 passi con quanti credono e vogliono che le cose cambino.
Chiacchere a parte, vi segnalo una lista aggiornata di omicidi eccelenti...
RispondiEliminaPoi, magari, ne riparliamo del carattere "epico e romanzesco" della mafia...
12/10/1998: ucciso il sindacalista Domenico Geraci.
15/9/1993: ucciso padre Pino Puglisi, parroco della chiesa di San Gaetano a Brancaccio (quartiere di Palermo).
27/7/1993: a Roma, un’autobomba esplode nel piazzale antistante il vicariato, dietro la basilica di San Giovanni in Laterano. Poco dopo un’altra autobomba esplode davanti alla chiesa del Velabro. Lo stesso giorno a Milano, un’autobomba parcheggiata in via Palestro provoca cinque morti: quattro vigili urbani accorsi sul posto e un extracomunitario che dormiva su una panchina.
27/5/1993: a Firenze, esplode un’autobomba in via dei Georgofili, cinque morti.
14/5/1993: a Roma, esplode un’autobomba in via Fauro al passaggio dell’auto con a bordo il conduttore televisivo Maurizio Costanzo.
8/1/1993: a Barcellona (Messina) viene ucciso Beppe Alfano, giornalista del quotidiano "La Sicilia".
19/7/1992, ore 13:45: strage di via D'Amelio (Palermo), muoiono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi, prima donna poliziotto ad aver perso la vita in un attentato della mafia.
23/5/1992, ore 17:58: strage di Capaci (sull'autostrada Palermo-Punta Raisi), muoiono Giovanni Falcone, già magistrato a Palermo, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, superstite l'agente Giuseppe Costanza che viaggiava sull'automobile guidata da Falcone.
29/8/1991: ucciso Libero Grassi, imprenditore che rifiuta di pagare il pizzo agli esattori della mafia.
9/8/1991: cade in un agguato Antonio Scopelliti, sostituto procuratore in Cassazione. Da lì a poco avrebbe dovuto sostenere l'accusa nel primo maxi-processo a Cosa nostra.
21/9/1990: Rosario Livatino, 38 anni, sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Agrigento, ucciso sulla strada a scorrimento veloce Caltanissetta-Porto Empedocle.
19/6/1989: sulla scogliera dell’Addaura (Palermo) viene trovato un ordigno destinato a Giovanni Falcone, la cui villa delle vacanze si trova poco distante.
27/9/1988: a Trapani Mauro Rostagno, giornalista e sociologo.
25/9/1988: lungo la strada che porta da Canicattì a Palermo vengono assassinati il presidente di Corte d'Appello di Palermo Antonino Saetta e il figlio Stefano. Aveva condannato in appello i capimafia Michele e Salvatore Greco per l'attentato a Rocco Chinnici ed i killer del capitano Emanuele Basile, scandalosamente assolti in primo grado (ma il processo era stato annullato dalla cassazione), si apprestava a presiedere l'appello del maxiprocesso.
14/1/1988: a Palermo assassinato Natale Mondo, l’agente di polizia sopravvissuto all’agguato in cui avevano perso la vita Cassarà e Antiochia.
12/1/1988: ucciso Giuseppe Insalaco, sindaco di Palermo per pochi mesi, avversario politico di Lima e Ciancimino, aveva apertamente denunciato i condizionamenti dei vari comitati d'affari sul comune.
5/8/1985: Antonino Cassarà, vicequestore di Palermo e l’agente di polizia Roberto Antiochia.
28/7/1985: Beppe Montana, capo della squadra catturandi della polizia di Palermo.
2/4/1985: Barbara Asta e i suoi due bimbi Giuseppe e Salvatore muoiono al posto del giudice Carlo Palermo, bersaglio dell'attentato lungo il tratto stradale Pizzolungo-Trapani.
2/12/1984: Leonardo Vitale, il primo pentito di mafia, viene ucciso appena uscito dal manicomio dove era stato rinchiuso.
5/1/1984: a Catania, Giuseppe Fava, fondatore del settimanale "I Siciliani".
29/7/1983: autobomba di via Pipitone Federico (Palermo) muoiono il capo dell’ufficio istruzione del tribunale Rocco Chinnici, due carabinieri della scorta e il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi.
13/6/1983: Monreale (Palermo). Assassinato il capitano dei carabinieri Mario D'Aleo, comandante della locale compagnia. Con lui cadono l’appuntato Bonmarito e il carabiniere Marici. D’Aleo aveva preso il posto del cap. Basile.
25/1/1983: Giangiacomo Ciaccio Montalto, giudice di Trapani.
3/9/1982: Palermo. Strage di via Carini. Uccisi il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e Domenico Russo, l'autista che li seguiva sull'auto di servizio.
16/6/1982: agguato al furgone che stava trasportando Alfio Ferlito dal carcere di Enna a quello di Trapani. Oltre al boss catanese, muoiono tre carabinieri di scorta e l’autista del mezzo.
30/4/1982: Pio La Torre, segretario del P.C.I. siciliano e il suo autista Rocco Di Salvo. Il giorno dopo il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa è nominato prefetto di Palermo.
6/8/1980: Gaetano Costa, procuratore capo di Palermo. Aveva appena firmato sessanta ordini di cattura contro altrettanti mafiosi, dopo che i suoi sostituti si erano rifiutati di farlo.
4/5/1980: a Monreale (Palermo) il capitano dei carabinieri Emanuele Basile.
6/1/1980: il presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella, politico della sinistra democristiana.
25/9/1979: a Palermo il giudice istruttore Cesare Terranova e il suo autista, il maresciallo di polizia Lenin Mancuso.
21/7/1979: Boris Giorgio Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo.
12/7/1979: a Milano viene ucciso Giorgio Ambrosoli, avvocato liquidatore dell'impero economico di Michele Sindona, il giorno dopo averne presentato la documentazione.
26/1/1979: a Palermo ucciso il cronista del Giornale di Sicilia Mario Francese.
9/5/1978: Giuseppe Impastato, militante antimafia. E’ stato il boss Tano Badalamenti ad ordinarne l’eliminazione per le accuse che gli rivolgeva dai microfoni di una radio locale.
20/8/1977: il colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e l'insegnante Filippo Costa vengono uccisi mentre passeggiano nei boschi della Ficuzza.
5/5/1971: Pietro Scaglione, procuratore della repubblica di Palermo e il suo autista Antonino Lo Russo. Per la prima volta nel dopoguerra la mafia colpisce un tutore della legge.
16/9/1970: Mauro De Mauro, redattore del quotidiano "L'Ora", rapito a Palermo e mai più ritrovato.
30/6/1963: strage di Ciaculli. Una “giulietta” carica di tritolo uccide sette tra poliziotti, carabinieri e artificieri.
30/3/1960: ucciso il commissario Cataldo Tandoy (provincia di Agrigento).
1944/1966: lotta per l'occupazione delle terre contro la mafia che spalleggia gli agrari, muoiono 38 sindacalisti, uccisi da campieri, guardaspalle e boss emergenti (6/8/1944 Andrea Raja, 7/6/1945 Nunzio Passafiume, 4/1/1947 Accursio Miraglia, 10/3/1948 Placido Rizzotto, 6/3/1955 Salvatore Carnevale, 20/7/1960 Paolo Bongiorno, 24/3/1966 Carmelo Battaglia).
1/5/1947: massacro di Portella della Ginestra (collina vicino Palermo), la banda Giuliano apre il fuoco su una folla di contadini che celebra la festa del lavoro: 11 morti e 56 feriti.
2/9/1943: a Quarto Mulino di San Giuseppe Jato, Salvatore Giuliano, un contadino dedito alla borsa nera, uccide il carabiniere Antonio Mancino il quale aveva intercettato i suoi traffi
Ma che brave persone... proponiamoli per il Nobel...
RispondiEliminaQuando mi hai mandato una mail ho pensato ch c'avevo tempo per iscrivermi al blog.
RispondiEliminaPorca misera, non pensavo di averne 94 davanti.
Eccheè?
Un abbraccio a Fefo, Marta e a zio Eugenio.
Sul post ho soltanto un commento:
SBATTIAMOLI TUTTI IN GALERA!!!
Mammamia Giggio, che grinta!!!
RispondiEliminaIl Belgio t'ha fatto proprio bene !!!
Fefo ha riproposto una lunga lista di "omicidi eccellenti"...
RispondiEliminaMa oltre a questi ci sono centinaia di persone uccise nei regolamenti di conti e tutti gli innocenti morti solo perchè si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliao, e tutti quelli uccisi solo perchè "parenti" diaffiliati al clan.
Insomma...questa è una guerra, in cui a perdere sono tutti quelli che abitano e terre di mafia.
Ma il fatto che ci siano tanti ragazzi che abbiano nei confronti delle mafie un atteggiamento "conciliante" è francamente difficile da acettare.
Io credo che combattere la mafia sia un dovere di tutti i cittadini che vogliono essere liberi.Un dovere non solo per essere da spalla a chi questi problemi li ha tutti i giorni, ma anche per preservare quelle zone dove la mafia non ha terreno fertile.
RispondiEliminaUn'altro problema che mi sottopongo è a livello statale.E' possibile combattere la mafia con il contributo dello stato, se anche all'interno dello stato ci sono, ci sono stati dei processi per mafia?
Concordo con Fuer, anche se mi rendo conto che vivere in quelle zone non deve essere facile.
RispondiEliminaSoprattutto per quelli che proprio non ce la fanno a fare gli eroi...
Vi invito a partecipare alle letture collettive di Gomorra (il libro di Roberto Saviano) a partire da lunedì 8, alle 17 a Palazzo Spada.
RispondiEliminaRiccardo mi ha iscritto, ed io ne sono molto contenta.