57 per cento di Italiani che vanno a votare per un referendum abrogativo; fanno oltre 27 milioni di persone. Cose che non succedono così spesso; se pensiamo alle percentuali di voto delle politiche (che difficilemente superano il 65%) il dato da il senso dell'enormità di votanti che domenica e lunedì è andata a sbarrare con una croce i 4 sì. Lo sapevo che siamo migliori di come ci dipingono. Ora c'è molto da fare: il messaggio è stato inviato, chiaro e forte. Una grande vittoria generazionale e di civiltà, di speranze e di ambizione, e forse questo Paese, ad un passo dal baratro, è proprio vero che riesce a scartare di lato e rialzare la testa... Per il resto mi affido alle strofe di Guzzanti: ancora un comico per la migliore sintesi che si possa pensare. Sarà il segno dei tempi.
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Sono nato a Terni il 22 giugno del 1973; erano le una e un quarto di notte ed i miei dicono che faceva un gran caldo. Dall'anno del diploma al liceo classico Tacito ho cominciato ad occuparmi di politica, o meglio, dell'amministrazione della nostra città e del nostro Territorio. Sono riuscito a far stare dentro i miei primi trent'anni un diploma al Conservatorio Briccialdi, Giurisprudenza all'Università di Perugia, un paio di master in marketing politico-elettorale alla Luiss (con 2 borse di studio), moltissimo sport, quasi 2 anni al Parlamento Europeo (ma come assistente) un paio di legislature da Presidente di Circoscrizione, un mare di passioni e tanti ma tanti viaggi. Dal 2000 siedo tra i banchi di Palazzo Spada a suon di preferenze e senza compromessi. L'11 settembre del 2004, dopo un fidanzamento da leggenda, ho sposato un architetto:
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