venerdì 24 febbraio 2012

RIALZIAMO LA TESTA

Con Stefano, detto Zatopeck, ci corro dal 24 di settembre. La ricordo bene quella calda mattina, ci siamo incontrati davanti alla Vittorio Veneto, entrambi ad accompagnare rispettivamente il mio Tommaso e la sua Beatrice, nella stessa classe, la prima A, ed entrambi in tuta: pronti per farci una corsetta alla Passeggiata. Quella mattina siamo andati insieme e da quel giorno, girando come criceti e scommettendo su quanti mesi sarebbero serviti al prode Bencivenga a rimettere i giochi dei bambini nel parco, non abbiamo più smesso di correre insieme, macinando almeno un migliaio di chilometri e partecipando a tutte le gare che potevamo, fino a tagliare il traguardo della maratona di San Valentino e rimettendo a poco a poco le nostre vite convulse in equilibrio. In tutte quelle ore di allenamento rubate al lavoro ed alla famiglia, parliamo molto ed è perfino ovvio, parliamo di Terni, di com'era di com'è e di come potrebbe e vorremmo che fosse. Il filo conduttore è sempre lo stesso: due ex ragazzi che amano la città e che, ognuno nel suo rispettivo campo, ce la mette tutta per dare una scossa...se non altro per rispetto ai nostri piccoli che crescono in una città che sembra aver ripiegato la testa. Fra tutti gli argomenti, capita di scivolare sulle Fere, soprattutto da quando, dopo anni di calvario, si può assistere ad una partita uscendo dallo stadio sereni e soddisfatti... Ecco, in occasione del big match di domani col Taranto, fra tutte le parole che avevo in testa e che ho sentito, il suo pezzo sulla Nazione è quello che più ci rappresenta. Poche righe che posto per intero, ed il buon Zatopeck non me ne vorrà se, da corridore veloce ed instancabile, lo inserisco soltanto nella rubrica degli "ospiti in cammino..." Ha proprio ragione quando scrive nel titolo: questa Comunità ha voglia di rialzare la testa; la Ternana lo ha capito: altri ne seguano finalmente l'esempio.
La TERNANA sia l’esempio che una volta caduti si può sempre rialzarsi. E’ di rialzarsi questa città ha assoluto bisogno, ovviamente non solo nel calcio. Solo pochi mesi fa le Fere, reduci da dolorosi anni di mediocrità sportiva e pressappochismo gestionale, consumavano il «delitto» della retrocessione al cospetto del giovane e volenteroso Foligno, rifilando l’ennesima mazzata ad una tifoseria, e ad una comunità, già in ginocchio. Sembra passato un secolo, era il maggio scorso. Oggi con impegno, dedizione e sacrifici dell’intero staff rossoverde, dalle scrivanie al campo per intenderci, la città ha riconquistato con un colpo solo due cose importanti: la Ternana e un profilo d’identità. Non è limitativo pensare, infatti, che una squadra di calcio possa favorire lo sviluppo del comune sentire di una collettività. Di certo non a Terni, dove le Fere per decenni hanno rappresentato quel comun denominatore sociale di esperienze, gioie, racconti, aneddoti, passione e, perchè no, delusioni, anche cocenti. Ma tutte vissute «insieme». Che la Ternana sia un collante di questa città, resa troppo spesso dormiente da mancanza d’iniziative, poca lungimiranza e interessucci di bottega, emerge chiaramente in questi giorni, in cui il richiamo del rossoverde è tornato ai fasti di un tempo, decisamente lontano ma sempre affascinante. E se la Ternana è riuscita, nel calcio, a far rialzare la testa ai tanti che, comprensibilmente, l’avevano relegata sotto la sabbia, perchè non prenderla ad esempio in tanti altri settori? Perchè non coinvolgere l’intera comunità in iniziative culturali di massa, da sempre veicolo di sviluppo, tralasciando finalmente le cerchie elitarie o presunte tali? Perché non rendere partecipe la collettività di un progetto di rinascita della città che cavalchi certo l’economia e l’industria, ma anche lo spettacolo, l’intrattenimento, il cinema, il teatro e chi più ne ha più ne metta? Tifare Ternana, del resto, è anche una forma di espressione. E i ternani hanno bisogno e vogliono esprimersi, essere coinvolti, partecipare, valutare, sentirsi al centro di un progetto comune di sviluppo. Sono stufi di restare alla finestra. La Ternana, e non altri, sta dando loro questa possibilità.
Sfocati ma felici al GO: uno spensierato giretto di birre con tanto di bandiera storica
(io, tra Gian Luca, autore del libro "Il gioco è bello quando è corto" e Stefano)

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