lunedì 17 giugno 2013

...anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti...

Solo la febbre mi lasciava a casa da scuola: per una famiglia di insegnanti come la mia, saltare le lezioni per altri motivi era semplicemente inconcepibile. Ed è per questo che, nonostante siano passati 32 lunghi anni, ancora me lo ricordo molto bene quel giovedì mattina in cui la città si fermò, tutta, per difendere la sua fabbrica. Quando frequenti la terza elementare una giornata così ti rimane impressa: i miei genitori non mi mandarono a scuola e, dalla mattina, mi fecero stare con loro all'incrocio di Viale Brin, ad aspettare il corteo degli operai che sfilavano per la città. Il mio quartiere, intorno a Piazza Valnerina, ne aveva tanti di negozietti e botteghe artigiane: quella mattina tutte le serrande erano rimaste giù. Chiuse le banche, chiuse le edicole, chiuse le farmacie, fermi gli autobus...ferma la città. Era chiusa pure la pizzeria di Ubaldo (e quelli della mia età, sanno bene di cosa parlo) ed addirittura la ferramenta del vecchio Giusti, e quella non ricordo di averla vista più chiusa da quel giorno in poi, neanche la mattina di Natale. Ho ancora nelle orecchie quel silenzio innaturale e poi il fiume, quel fiume infinito di gambe e corpi che inondavano Viale Brin verso Via Mazzini, con bandiere e striscioni, scortati dal suono stridulo di mille fischietti. Ne è passato di tempo, le vertenze sono state tante, ma siamo ancora qua, a difendere la nostra fabbrica e l'occupazione della nostra città. Perché, che vi piaccia oppure no, in qualunque modo la pensiate e qualunque lavoro facciate, Terni e l'Umbria non possono rinunciare all'Acciaieria. De Andrè lo dice chiaramente nella canzone del maggio: "...anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti". Ci vediamo domani mattina, lungo Viale Brin, come sempre. Sveglia Terni, qui la situazione è critica!!!
P.S. io porto anche l'ombrello.

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