giovedì 2 dicembre 2010

Le ombre lunghe dei nani...

Da "Il regno dei nani" (Nescit Pudor).
Il tramonto è la parte del giorno che preferiscono. Cala la luce sul povero regno e stretti stretti intorno al caminetto, si versano da bere e si godono i frutti della giornata. Troppi intrighi, tanti giochi, tutti raggiri. Ma almeno la sera c’è il tempo per godersela. Durante il giorno debbono persino fingere di litigare, ma la sera possono abbandonarsi agli schienali di pelle delle poltrone sudate, aprire la mappa e mettere le bandierine. Alla luce fioca del caminetto tutte le bandierine sembrano uguali, basta che si intraveda il colore; il resto non è importante, che per loro è tutto un gioco. Poi preparano i dispacci per i luogotenenti piccoli piccoli e per le schiere dei mercenari: l’indomani mattina spetterà a loro diffondere la novella nel reame e magnificare il nome dei signorotti. Il tramonto è la parte del giorno che preferiscono; cala la sera sul povero regno e le ombre si allungano. Anche la loro. Così, con la luce del caminetto alle spalle, sembrano giganti che oscurano la città. Ma il giorno ridà forma alle cose e nel regno lo vedono tutti che, in punta di piedi, arrivano a mala pena alle gambe del tavolino. Sono nani e le loro scelte…piccole piccole. Avvolti nelle poltrone, le gambine scalciano senza toccare terra, ma i tastini dei telefoni no, quelli sono della grandezza giusta…
Tutte le sere proiettano le loro ombre nere sul regno, ma al mattino la luce fa giustizia della grandezza dei singoli e così, affranti dalla consapevolezza, ne fanno di tutti i colori pur di crescere almeno qualche centimetro. Ma sono le decisioni piccole piccole a tenerli a quell’altezza…e non c’è niente da fare.
Perché i nani scelgono…i nani.

Uno provò a mangiare
un parmigiano intero:
gli crebbe assai la pancia,
ma la statura, zero.
Uno provò a dormire
senza la cuffia in testa:
si busca il raffreddore, ma sempre nano resta.

Provano la ginnastica,
la danza sulle mani,
l'acrobazia, l'atletica..
ma son rimasti nani.

12 commenti:

  1. forse troppo arguto, ma semplicemente fantastico.

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  2. l'autore è una finezza rara.
    Ha ragione Sandra, anche troppo complicato, soprattutto per i nani.
    Io l'avrei titolato "le ombre lunghe dei nani".

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  3. La conosco l'epopea dei nani.
    Una tragi-commedia attualissima.
    Mannaggia alle ombre...

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  4. bellissimo!!!
    Somigliano alle mie nane...
    Cristina

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  5. almeno il nano di De Andrè studiava da magistrato!
    Tutti i miei complimenti allo scrittore Nescit Pudor.
    (e quando mai ce l'hanno la vergogna?)

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  6. Hai ragione Matteo; il titolo che suggerisci lo preferisco.
    Cambio subito. Grazie.

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  7. c'hai solo un difetto: scrivi troppo poco frequentemente...

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  8. Questo racconto me lo stampo e lo attacco in ufficio!
    Ma che spettacolo.

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  9. Almeno fossero gnomi o folletti.
    Invece sono nani, proprio così.
    E mi pare i veerli nelle loro poltrone di pelle, a sgambettare senza toccare terra.
    Immagine unica. Immagine vera.
    Sei un fuoriclasse!

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  10. La penso esattamente come Vittorio.
    Trova il tempo di scrivere qualcosa tutti i giorni.
    Per me il tuo blog è tappa fissa!
    Un salutone da Marco, Laura e Gianni, con cui vorremmo fare una rimpatriata per Natale.
    Ma senza gnomi però!

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  11. questo raccontino va bene anche per chi so io...
    Però bravo.

    T'ho inviato una mail su un problema a Viale ello Stadio. Dagli un'occhiata please.
    Buon fine settimana.

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