Cambiamo marcia Sindaco, noi ci stiamo!

Questo è il mio intervento in Consiglio Comunale a Palazzo Spada, in occasione delle comunicazioni con cui il Sindaco Di Girolamo ritira le sue dimissioni. Una giornata complessa da cui ripartiamo con nuovi propositi, un programma aggiornato e la certezza che l'unica strada possibile è legata alla nostra capacità di cambiare marcia. Così come abbiamo capito fin troppo bene che non può aiutarci nessuno; men che meno un'opposizione sterile e accovacciata che, in questi 20 giorni di crisi, non ha neanche provato a proporre idee, anche dirompenti: silenzio assoluto, tutti a rimorchio di chi scrolla l'albero...accucciati nel comodo posticino senza responsabilità di chi viaggia "a cassetta", si limita a criticare, sparacchia, fa finta di fare la voce grossa e poi non resta neanche in Consiglio a votare. Ma non è davvero una novità. Alcuni miei colleghi "sinistri" ancora fanno finta di non capire le motivazioni della crisi politica e programmatica, altri giocano a fare i censori, altri sono semplicemente preoccupati che, se percorriamo con decisione la strada del merito e della qualità, saranno costretti a rimanere al palo. La maggior parte, per fortuna, capisce benissimo che siamo ad un bivio molto importante: o si riparte con un ritmo diverso o le cose si mettono davvero male. Per stare nei 10 minuti concessi, mi sono scitto la traccia dell'intervento ed ho faticato non poco a...non divagare. In facebook avevo pubblicato subito una nota con l'intervento, ma il fiero slang della Conca rende molto meglio con l'audio. Dietro, mentre parlo, sfilano dirigenti del PD, a partire dal segretario provinciale. Li sentivo trattenere il fiato qua e là e poi soffiare via la tensione con grossi sospiri... Ma le cose vanno sempre affrontate con chiareza e trasparenza se vogliamo davvero cambiare le cose che non vanno. Posto il video per tutti quelli "in cammino...", perchè sappiano che non siamo persone che mollano! Come dico nei primi secondi del video, se ogni azione ha un inizio ed una fine, quella che viviamo oggi non può che essere necessariamente l'inizio.