Stasera farò così: prima di tutto una densa nera Guinnes. Nel mio bicchiere preferito, trofeo di una fuga all'Ocktoberfest di Monaco. Ancora mi stupisco di come sia riuscito a stare sotto la camicia, forse merito della diversità di razza: troppi i centimetri fra me e quel germanico biondone di guardia. Sta di fatto che la pinta ce l'ho io, e ci bevo solo in particolari occasioni. Nello stereo the ghost of Tom Joad, del '95, e appena l'armonica del Boss avrà riempito la stanza, brinderò ai 250 anni della Guinnes e...ai 60 di Bruce.
La prima volta che ho assaggiato una nera, di quelle vere, è stato durante un interminabile interrail... Al primo sorso, l'ho capito subito: non era una questione di chilometri. Quel bancone londinese con sopra la pinta di nera e il Peroncino del baretto a Piazza Valnerina stavano proprio su un pianeta diverso. Ora è più facile...tutto è globalizzato. Ma nel 1990 se viaggiavi in treno per 'Europa attraverso tutte le frontiere che riuscivi a raggiungere la differenza la coglievi...eccome.
Con il Boss è cominciata prima. Nell'84, almeno mi pare. A casa di Plimplo c'era il fratello più grande e...il suo mangianastri nuovo. Spingo play e...il mangianastri mi esplode nelle orecchie la batteria martellante di born down in a dead man’s tow, ruggita da una voce tonante, esplosiva. Da allora è stato amore vero.
Stasera farò così, brinderò al compleanno del Boss e della Guinnes. E anche stavolta, rispetto a quel bancone del pub, sono su un altro pianeta. Me lo ricordano gli occhi vispi di Tommaso e Beatrice. Se la vita è un viaggio, il mio è...intergalattico: distanze siderali e vite diverse. Ma va bene così.
Una Guinnes per Bruce...
Lo sapevo che non te lo dimenticavi!!!
RispondiEliminaStamattina, quando ho letto dell'anniversario, c'ho pensao subito.
Faccamo una cosa: stasera me la vado a prendere pure io una Guinnes.
Ho sempre preferito Dylan...ma il Boss va festeggiato comunque.
altro che pianeti diversi.
RispondiEliminaStasera la musica tienila bassa, che se svegli i pargoli...le becchi. ahahahah ahahaha ahhaahh
Scherzi a pare, bello il post: scrivi ancora troppo bene, maledetto.
Sei terribile. So perchè o fai: vuoi evitare che qualcuno ti dia del "proibizionista" per il fatto dell'interrogazione.
RispondiEliminaMa c'ha ragione Marta.
Da una notizia futile ci tiri fuori tante riflession.
Almeno a me succede così.
La prima volta che ho sentito Bruce Springsteen non mi è neanche piaciuto.
Ma ero a Bologna, e ancora mi ricordo la serata...
Vabbè, lasciamo perdere.
Bel post Ric...
ahahahah...
RispondiEliminanon ti si può nascondere niente vecchio Fefo...
Ho avuto anche io un giorno la stessa sensazione di trovami a milioni di anni luce da casa mia.
RispondiEliminaParecchi anni fa.
Non ricordo che musica ci fosse, ma quel locale di New York non lo dimenticherò mai.
Certo, noi avevamo Rolando...ma...
Born down in a dead man's town
RispondiEliminaThe first kick I took was when I hit the ground
You end up like a dog that's been beat too much
Till you spend half your life just covering up
Born in the U.S.A.
I was born in the U.S.A.
I was born in the U.S.A.
Born in the U.S.A.
Got in a little hometown jam
So they put a rifle in my hand
Sent me off to a foreign land
To go and kill the yellow man
Come back home to the refinery
Hiring man says "Son if it was up to me"
Went down to see my V.A. man
He said "Son, don't you understand"
ALTRO DA AGGIUNGERE?
Parli di distanze siderali.
RispondiEliminaVale per molti. Anche io, se guardo indietro, di strada ne ho fatta tanta.
Tu, più di me...con la famiglia che ti ritrovi.
Ma forse il bllo è questo.
Ogni periodo della vita è profondamento diverso da quello precedente.
Né migliore, né peggiore: diverso.
Però ci sono delle cose che attraversano immutate tutti i diversi periodi.
La musica di Bruce, una buona birra, sensazioni lontane.
Grazie Ric, con tutto il casino che c'è intorno, mi fermo sempre di meno a pensare.
Qui lo faccio volentieri.
Io ci aggiungerei le patatine fritte.
RispondiEliminaNon vorrei rompere la poesia, ma anche quelle mi hanno accomagnato da sempre in tutti i periodi diversi di cui parla Francesco.
ahahahah c'ha ragione Silvia.
RispondiEliminaAnche le patatine fritte sono IMMUTABILI!!!
P.S. lunga vita al BOSS !!!!!!!!!!!
Era il 1975, studiavo per gli esami di stato: mia madre, rompendo un patto non scritto, entrò nella mia camera.
RispondiElimina"Scusa, ma tu studi così?".
"Sì"
"Ma con questa musica?"
"Sì"
"Così forte?"
"Sì"
Agli esami presi 55/60.
Quella musica, così forte, era "Born to run".
Da allora, da prima, per la verità, la musica del Boss mi fa compagnia.
In treno, in aereo, in macchina, in metropolitana, viaggiamo spesso insieme, lui, Freddy e i Queen, Vasco ed io.
Ce la spassiamo.
Quando posso vado a sentirlo dal vivo, l'ultima volta l'anno scorso, a San Siro.
Ascoltate "Working on a dream", pensate che l'ha scritta uno che ha sessant'anni e poi ditemi se siamo noi, che riusciamo ancora a sognare, ad essere sbagliati, o lo sono quelle cariatidi che riescono ad essere vecchie anche con la metà degli anni.
Salute Ric, a te e al Boss.
Io torno a lavorare al mio sogno.
insuperabile Marco.
RispondiEliminaNel '75 non ero neanche nato, ma ti invidio queste passioni forti.
Salute a tutti voi.
Questa sera mi vado a sentire un pò dei pezzi di cui parlate.
marco..mi hai ricordato un pezzo da brividi...born to run. in quell'anno nascevo (e non lo faccio per infilare il coltellino nella piaga..)ma il potere della musica e delle emozioni vere, quelle che mai cambieranno negli anni...ha fatto il solito miracolo: leggo born to run e..zac...immagino un "boss" giovane e pieno di voglia di vivere .
RispondiEliminase penso ad altre splendide emozioni date da born in the u.s.a. e philadelphia mi viene già la pelle d'oca.
leggendo il tuo post ho immaginato la stanza di Leo ed il suo stereo..me lo ricordo anche io..come la sua vespa bianca ed il fatto che per noi era "uno grande".ricordo che ascoltava musica da grandi..ma me lo ricordo che c'era qualcosa che mi affascinava, qualcosa che mi diceva che un giorno forse molte cose le avrei interpretate, altre le devo ancora imparare..ma che c'entra..siamo pur sempre in cammino ,no? sempre, con sempre più emozioni nel cuore.
questa è per voi..
"was bruised and battered and I couldnt tell
What I felt
I was unrecognizable to myself
I saw my reflection in a window I didnt know
My own face
Oh brother are you gonna leave me
Wastin´away
On the streets of philadelphia
I walked the avenue till my legs felt like stone
I heard the voices of friends vanished and gone
At night I could hear the blood in my veins
Black and whispering as the rain
On the streets of philadelphia
Aint no angel gonna greet me
Its just you and I my friend
My clothes dont fit me no more
I walked a thousand miles
Just to slip the skin
The night has fallen, Im lyinawake
I can feel myself fading away
So receive me brother with your faithless kiss
Or will we leave each other alone like this
On the streets of philadelphia"
bella Lalety...quanti ricordi.
RispondiEliminaMa la pubblicità che hai linkato qui a fianco della Guinnes è fenomenale!
RispondiEliminaahahahaah
Sembra uno spezzone delle "giovani canaglie"...
mi verrebbe voglia di pensare che se uno riesce a fare esattamente quello che ha sempre sognato, guadagnare tanto e ricevere applausi in tutto il mondo allora è ance normale invecchiare bene.
RispondiEliminaGuardalo il Boss: altro che sessantenne.
Ma credo anche che se lavorasse all'altoforno sarebbe più complesso.
Un pò demagogico?
Forse.
Allora facciamo così: buon compleanno e cento di questi giorni.
Per la Guinnes no: quella non m'è mai piaciuta troppo.
per la verità io preferisco un buon bicchiere di rosso.
RispondiEliminaMa capisco lo spirito e mi adeguo.
Però, siccome mi sento decisamente "retrò", brinderò con un chinotto a Orietta Berti, così, per stare fuori dalle righe...