Erano anni che non camminavo tanto. Forse non mi è proprio mai successo. Raccontata in numeri, questa dei Valnerina Volunteers (tanto per non prenderci troppo sul serio) suona così:
-104 chilometri di marcia, 4 giorni, una media di 8 ore di cammino al giorno, 3 litri e mezzo di sudore persi, 12 bottiglie di vino rosso (che il bianco fa male), tanta acqua (nel senso metereologico), 12 bustine di miele, 3 apparizioni della Madonna, 2 stimmate, 10 cerotti da sala operatoria, 12 chili di zaino, 240 fotografie, 5 aspirine, 4 sigari, 2 pacchetti di gomme.
"Quando cammini, senti il tuo corpo", mi ha detto Brizzi.
Io l'ho sentito subito, dopo la prima salita da Carsulae... E non ha più smesso di urlare da lì. Per il resto, siamo partiti alle 8 e mezza di giovedì per arrivare lunedì pomeriggio alle 16 a Visso, in tempo per un the caldo, utile scusa per cambiarci nel bagno del bar, e per comprare i biglietti del pullman. L'ho già scritto da qualche altra parte: camminare con Gian Luca, Carlo, Luca e Luciano, è stato un privilegio.
Ma forse ha ragione Chicca che, su facebook, mi ha chiesto di scrivere qualcosa. Qui è tosta, nel gruppo c'era un valente prulipremiato scrittore e, per non farci mancare nulla, Enrico Brizzi. Nel frattempo, sulla destra, ho postato un video...per dare l'idea di quello che abbiamo vissuto.
Oggi Enrico dovrebbe trovarsi dalle parti dell'Aquila. Ce ne vorranno ancora tanti di giorni per arrivare in Sicilia, a Capo Passero. Buon cammino ad ITALICA 150 e... lunga vita ai Valnerina Volunteers!
Bentornato Riccardo.
RispondiEliminaNel senso del blog però... ci sei mancato.
Una bellissima storia, non c'è che dire.
La prossima volta, fammi sapere.
Certo che la nostra Umbira è davvero bella...
ribadisco: scrivi qualcosa di questa storia.
RispondiEliminaBrizzi o non Brizzi, io so cosa sei in grado di fare.
P.S.
detto tra noi, credevo che con quel tempo da lupi avreste ceduto.
BRAVI!!!
hai capito poveri... ASTEMI.
RispondiEliminaahahahahahah
Per forza avete scavallato tute quelle salite: eravate BENZINATI eh eh eheheheh
comunque FORTISSIMI!!!
RispondiEliminami piace tantissimo questo modo di viaggiare "a passo lento".
RispondiEliminaOggi c'è pure il sole.
Certo che sotto la pioggia, la cosa è molto più epica...
da quando l'hai pubblicato, non faccio che ripeterlo tra me e me:
RispondiEliminaLONGO E' LO CAMMINO!
AVANTI, IN FILA LONGOBARDA SU LO CAVALCONE...
ahahahahahahahahahahahahahahah
http://www.youtube.com/watch?v=s5dajVc3KF8
questa cosa dei numeri è divertente.
RispondiEliminaMa spiegami meglio delle Madonne e delle stimmate.
(anche se un'idea ce l'ho).
Una cosa del genere m'è successa alle gole dell'Alcantara, in Sicilia.
Apparizioni!
Reali!
la cosa che mi fa ridere di più è pensare a te che parli con Brizi e lui che ti dice quella cosa delcorpo.
RispondiEliminaLo senti il corpo Riccardo?
eh eh eheheheh...
E' dalla salita di Carsulae che ulula...TIPICO.
Comunque non posso negarlo:
vi invidio tantissimo!
io però devo chiedertelo:
RispondiEliminacom'è Brizzi?
Che tipo è?
Ho letto (anche con invidia) 4 ei suoi libri.
Mi piace tantissimo come scrive.
Ma tu che c'hai camminato insieme per tanto tempo, che idea ti sei fatto?
Ti dirò Marta...
RispondiEliminaEnrico Brizzi è un tipo assolutamente alla mano.
Fuori dallo stereotipo dello scrittore di successo.
Quando a 35 anni hai quel tipo di ritorni, e da quando ne hai 19, hai assaporato "il lancio in orbita" di un tuo scritto, non credo sia facile rimanere coi piedi ben piantati a terra.
Lui, per altro, cammina. E non è poco.
Abbiamo parlato con leggerezza, che la filosofia non si sposa al meglio con la fatica delle salite.
Ma è stato molto disponibile.
Anche quando s'è beccato un secco 2 a zero a calcio balilla.
Poi, francamente, potrei anche essere di parte, dopo il quarto giro di birre e di amari che ci ha offerto la sera, devo proprio ammettere che forse ci ha...bendisposti!
ahahahahah...tipico!
RispondiEliminaUn giro alternato di birre e Montenegro hanno sancito le tregue più durature.
Mi pare la tecnica fu usata anche dal Generale Custer e Toro Seduto...
Al quinto giro, ballavano abbracciati e sorridenti.
Pare anche a me Alex.
RispondiEliminaDi sicuro c'hanno siglato la pace di Jalta!
e certo.
RispondiEliminaGiusto Jalta.
State completamente fuori di testa!
Bella avventura Ric, la prossima volta che fai qualcosa con i Vlanerina VOlunteers, dimmelo.
Ne parliamo in radio!
la cosa che mi piace di più di questa camminata è che avete percorso territori pressochè disabitati.
RispondiEliminaConosco bene i Monti Martani e non faccio fatica ad immaginare che per chilometri e chilometri non abiate incontrato nessuno.
Per quanto riguarda poi i paesi colpiti dal terremoto, quelli si rianimano solo qualche fine settimana e d'estate: ormai sono soltanto "seconde case".
So bene cosa significhi attraversare dei "paesi fantasma"...
A me è successo un paio di anni fa.
Un'esperienza davvero particolare.
Riccardo: estate 1999 Luca ed io sul Coldai
RispondiEliminaPrimo giorno: salita perfetta, rifugio, escursione al laghetto, cena non proprio parca... e poi nanna!
Secondo giorno: discesa dopo la colazione... e decisione di salire verso un'altro rifugio... peccato che avesse piovuto tanto, che la segnaletica del sentiero scelto fosse un po' troppo devastata e che ci siamo fidati di un'indigena che ci ha indirizzati verso una scorciatoia praticamente in salita verticale! Dopo due ore di arrampicata nel fango comincio a nutrire seri dubbi: dove diavolo stiamo andando?
Alla terza ora mi trovo a scoprire muscoli che non credevo di possedere: cavolo se fanno male...
trovo un macigno e faccio l'errore di sedermi... Mai farlo! La stanchezza è come un pugno allo stomaco! Luca mi sprona a muovermi... ovviamente scatta il rituale bisticcio fra fidanzati! Trovo la forza di alzarmi e muovere qualche passo... Abbraccio un abete maestoso: "vai avanti tu, lasciami quì a morire!"...
In un nanosecondo Luca tira fuori la sua parte caratteriale meno piacevole. Dobbiamo tornare indietro. I cellulari non hanno campo. Il tempo volge al brutto bruttissimo. Al rifugio ci aspettano e non vedendoci arrivare allerterebbero i soccorsi... "Dispersa fanciulla ternana sul versante x del monte y del comprensorio del Civetta..." Titolo a quattro colonne in prima pagina del Corriere dell'Umbria!
No, questo non posso permetterlo!
Reiserisco il cervello e spinta più dalla disperazione della tigna della conca che dalla volontà mi alzo e arranco verso il paese...
Quando riusciamo ad arrivare al primo albergo sembro reduce da un bagno nel fango! L'albergatore ci dice che l'abbiamo rischiata grossa visto il temporale in atto e che abbiamo preso il sentiero più difficile e meno percorso date le sue pessime condizioni!
Giuro che se mi sarà dato incontrare nuovamente la montanara bastardissima che ci ha indirizzato verso quel sentiero un po' ripido ma affascinante potrei picchiarla nonostante la mia indole mansueta!
PS: stiamo pianificando passeggiate e vacanze in montagna... ;-) la tigna non è acqua! Giosella
ha ragione Giosella: la tigna non è acqua.
RispondiEliminaA vedere le foto del video è chiaro che di sole ne avete avuto davvero poco.
Il pensiero va ad Enrico Brizzi ed il suo fotografo che stanno continuando a camminare fino in Sicilia.
Un bellissimo ritorno ai ritmi più naturali della vita.
"A passo lento", come avevo letto in uno degli articoli pubblicati su Italica 150.
grazie mille per il racconto Giosella.
RispondiEliminaDavvero.
P.S. il titolo a 4 colonne lo avremmo conservato...gelosamente.
francamente il punto di contatto con le storie che posso narrare io sta tutto nelle bottiglie di vino.
RispondiEliminaA questo riguardo noto che, se escludiamo i pranzi, che camminavate, non vi siete proprio tratai male.
Se non sbaglio, dodici litri di rosso in 3 serate fanno 4 litri di media.
Non male...direi.
Ne deriva che, con 0,75 a testa, fate 28 chilometri.
Neanche male...
ahahahah
RispondiEliminaPAROLE SANTE ATOLLO.
PAROLE SANTE...
ahahahahahahah
ahahahahh.
Una buona media, direi.
non ci crederai Atollo: stavo in pensiero...
RispondiElimina(e tu Francè, daje pure spago)
"La vita non è un cammino semplice e lineare lungo il quale possiamo procedere liberamente e senza intoppi, ma piuttosto un intricato labirinto attraverso il quale dobbiamo trovare la nostra strada, spesso smarriti e confusi, talvolta imprigionati in un vicolo cieco, ma sempre se abbiamo fede, si aprirà una porta: forse non quella che ci saremmo aspettati, ma certamente quella che alla fine si rivelerà la migliore per noi!"
RispondiElimina(A. J. Cronin)