Una mattina fredda di tramontana ed occhi lucidi. Abbiamo intitolato il nuovo impianto di calcio in Via Narni a Diego ed ancora adesso non mi rassegno al fatto che il portierone non ci sia più. Neanche la gioia di tanti bambini mi ha calmato da una rabbia sorda ed aspra, la stessa che provo ogni volta che mi affaccio dal terrazzo e guardo verso le ciminiere delle Acciaierie. Morire sul lavoro. Un sapore amaro in bocca che sa di sconfitta e di paura. Oggi lo so, ti sarai divertito a vederci tutti lì, infreddoliti e tesi. Avrai riso sornione sotto i baffi nel sentire le parole di circostanza delle "autorità" e pensato a quante volte hai giocato in quel campetto di periferia, ben fermo tra i pali, nella terra polverosa, altro che l'erba sintetica di ultima generazione...
mercoledì 27 ottobre 2010
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Dedico il pezzo degli Statuto linkato qui accanto a Nicola, che solo qualche giorno fa mi raccontava di cosa provi ogni volta che varca il cancello delle Acciaierie.
RispondiEliminauno schiaffo in piena faccia.
RispondiEliminaMa vero.
Grazie Riccardo.
Diego non l'ho conosciuto, ma il dramma delle morti sul lavoro lo conosco fin troppo da vicino.
RispondiEliminaBella iniziativa. E come scrivi tu, che sia da monito per le giovani generazioni e soprattutto per chi può fare qualcosa.
Poche chiacchere ed un grande impegno comune!
CIAO WOLF!!!
RispondiEliminaCiao, ancora, Diè...
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