lunedì 26 gennaio 2009

2000 giorni all'inferno...


Cosa stavate facendo una notte come questa di 2000 giorni fa? Ingrid era "...su un'amaca tesa tra due pioli, ricoperta con una zanzariera e con sopra una tenda a fare da tetto e che le consentiva di pensare di avere una casa..."
Questa donna minuta, dagli occhi di fuoco 2000 giorni fa era prigioniera nella giungla della Bolivia, rapita dalle FARC, le feroci Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. Chissà perchè mi aspettavo una sorta di guerrigliera dallo sguardo duro...la sua indistruttibile fragilità mi ha colpito.
Mi dispiace per tutti quelli che hanno perso l'occasione di ascoltarla ... davvero. Non mi capita spesso di trovare il tempo di scrivere due post in un giorno, ma dovevo raccontare le sensazioni di una giornata unica.

Con poche parole ed il sorriso di chi nella vita ne ha viste tante, Ingrid ci ha parlato di amore, di perdono, di giustizia sociale, di pace e...di quello che ognuno dovrebbe fare nella piccola porzione di mondo che abita. Semplicemente diretta al cuore di quanti, come me, ho visto trattenere il fiato a lungo. Ha parlato per pochi minuti, non ne sarebbero occorsi di più... ma con una forza inaspettata e coinvolgente. Il Premio San Valentino negli anni ci ha regalato la presenza di personaggi unici... da Gorbaciov a Rugova, ma questa piccola donna ha uno spirito ed una forza interiore impressionanti, forgiati da oltre sei anni di silenzi forzati e prigionia e sostenuti da una fede disarmante. Non ho sentito una parola di odio e rancore... solo l'invito a " cambiare se stessi, per cambiare il mondo. "

Grazie Ingrid, per noi e per la nostra città è stato un vero onore conoscerti ed un piacere ascoltarti...

(dal libro: " Lettera dall'inferno a mia madre e ai miei figli" - Ingrid Betancourt) "È un momento molto difficile per me. Chiedono le prove che sono viva e ti apro l'animo in questo scritto. Fisicamente sto male. Non mangio, non ho fame, mi cadono molti capelli. Non ho voglia di niente. Credo che sia la cosa migliore che possa capitare, non aver voglia di niente, perché qui, in questa giungla, l' unica risposta a qualunque richiesta è “no”. Dunque, è meglio non avere voglia di nulla ed essere almeno libera dai desideri. Sono ormai tre anni che chiedo un dizionario enciclopedico per poter leggere qualcosa, per imparare qualcosa, per mantenere viva la curiosità intellettuale. Continuo a sperare che, almeno per compassione, me ne procurino uno, ma è meglio non pensarci. Ogni cosa è un miracolo, anche ascoltarti ogni mattina, dato che la radio che ho è vecchia e mal funzionante. Come ti dicevo, la vita qui non è vita, è un lugubre spreco di tempo.


Vivo, o meglio, sopravvivo in un'amaca tesa tra due pioli, ricoperta da una zanzariera e con sopra una tenda che funge da tetto e che mi consente di pensare di avere una casa. Possiedo una mensola dove appoggio le mie cose, vale a dire lo zaino che contiene i miei abiti e la Bibbia, che rappresenta il mio unico lusso. È tutto pronto per una partenza improvvisa. Qui nulla è certo, nulla è duraturo, l'incertezza e la precarietà sono la sola costante. In ogni momento possono dare l'ordine di prepararsi a partire, e ciascuno deve dormire in una buca qualsiasi, sdraiato non importa dove, come un animale. Ho le mani sudate e la mente annebbiata, finisco per fare le cose molto più lentamente del normale. Le marce sono per me un calvario perché il mio equipaggiamento è molto pesante e non riesco a sostenerlo. Ma tutto è stressante, perdo le cose o me le sottraggono, come i jeans che Mélanie (è la figlia, NdR) mi aveva regalato a Natale e che avevo addosso quando mi hanno preso. L' unica cosa che sono riuscita a conservare è la giacca e questa è stata davvero una benedizione, poiché le notti sono gelide e non ho altro per coprirmi. Prima, approfittavo di ogni occasione per fare un bagno nel fiume. Dato che sono la sola donna del gruppo, lo devo fare quasi completamente vestita: pantaloncini, camicia e stivali. Prima mi piaceva nuotare nel fiume, ma adesso non ne ho più neppure la forza. Sono debole, sembro un gatto davanti all' acqua. Io che amavo tanto l'acqua, non mi riconosco più..."

26 commenti:

  1. Sto a Bologna... Per una volta che vado fuori 2 giorni mi perdo subito qualcosa di importante.
    Mi procuri un cd con l'intervento integrale?
    Non capita tutti i giorni di sentirti così colpito (e ti conosco da un bel pò...); deve essere stato davvero forte !?!

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  2. Io ieri sera ero al Verdi ed anche a me Ingrid Betancourt ha colpito molto.
    Personaggi di questa caratura fanno rilfettere.
    E' stata una bella cerimonia, semplice ed intesa.
    Ma soprattutto mi ha molto colpito l'immagine di quesa donna, sul palco, mentre ci parla della orza del suo spirito e ci invita a fare ognuno qualcosa, a partire dal "cambiamento di noi stessi" perchè il mondo possa realmente cambiare.

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  3. Grande Ric, il video che hai fatto (in puro stile "cronista d'assalto") è davvero intenso, e traspare con evidenza la serenità e la forza di cui ci parli.
    Purtroppo ieri non sono potuta venire al Verdi, ed oggi ho la certezza di aver perso un appuntamento importante.

    P.S. Se lo procuri a Paolo, fanne una copia anche a me del video.
    Grazie e...continua così !!!

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  4. Questa donna deve averti proprio colpito, è evidente.
    Se mi fermo per un attimo a riflettere sulla sua storia, ai 6 anni nella giungla boliviana nelle mani delle Farc, l'ultima cosa che mi aspetto è un riferimento all'amore.
    Penso alla lotta, alla paura, allo sfinimento, penso alle sofferenze di quei popoli...
    Invece ci è venuta a parlare di amore e comprensione, quell'amore "che salva il mondo".
    E questo credo sia un messaggio così grande, da far "trattenere il fiato tutti i presenti" (come dici tu).

    P.S. l'accostamento con l video di Alberto Sordi ("finchè c'è guerra, c'è speranza, mi pare) è semplicemente geniale...

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  5. Anche a me le parole della Betancourt hanno fatto molto riflettere.
    E' da ieri sera che ripenso a quanta forza occorra per trarre un messaggio d'amore e di rispetto per il prossimo da un'esperienza così traumatica.
    Penso che sarei semplicemente impazzito!
    Questas donna porta un messaggiodi pace e fratellnza unici, e sarebbe bello trovare un'altra occasione per confrontarsi con lei.
    Ieri sera Terni non è statala piccola città di provincia, tutta presa dalle sue piccolezze...e spro vivamente che ocasioni del genere si possano moltiplicare.

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  6. Il confronto tra i due vieo che hai proposto nl post è teribile.
    Sei anni vissuti in questo modo avrebbero distrutto la maggior parte di noi.
    Ci avrebbero fatto tornare ad un'esistenza di "bisogni primari", quasi animaleschi.
    Invece dalle parole di questa grande donna traspare un calore, un' umanità davvero unici.
    Hai filmato poche battute...ma cred che abbia perfettamente rapresentato lo stato d'animo dei presenti.
    La betancourt è n simbolo nel mondo, e come tutti i simboli rischia di apparire "inarrivabile", quasi lontano.
    Invece la dolce umanità di Ingrid (hai raione, è disarmante)riporta tutto sulla Terra, ai ostri doveri, al nostro impegno

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  7. Mammamia... ma coe si fà ad uscire "migliori" da un'esperienza così terribile?!?
    Ho letto le righe della lettera che hai proposto e non faccio che pensare a quale orza possa sorreggere una persona attraverso una disperazione inimmaginabile.
    Ingrid Betancourt l'ha trovata...ed io la ringrazio per qusto messaggio d'amore e di speranza.

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  8. Su Ingrid ed in generale...Credo che la forza del bene, del giusto, sia inarrestabile. Non importa, come dice David Grossman, quanto tempo ci vorrà. noi siamo qui. Non importa se non non vedremo la "terra Promessa", noi abbiamo coraggio da vendere: anche se sei una piccola e fragile donna. Se sei in prigione da anni, se apparentemente la tua è una causa persa....Un giorno ti volti dietro di te e ti accorgi che avevi intere nazioni che ti aspettavao e ti guardavano. Non importa quanto tempo ci vorrà....I miei figli vedranno un mondo migliore di quello che ho avuto io. grazie Ingrid!

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  9. "...Credo che sia la cosa migliore che possa capitare, non aver voglia di niente, perché qui, in questa giungla, l'unica risposta a qualunque richiesta è “no”...".
    E' una frase che estraggo dal post iniziale di Riccardo e che mi aveva già colpito alla prima lettura, parziale e rubata su internet, del libro.
    Perché la riporto e perché non faccio l'elogio di questa donna straordinaria? Perché, credo, è quello che vuole lei.
    Non cerca la santificazione, per fortuna sua e nostra. Non vuole diventare un'icona, ma vuole dirci (ce lo ha detto ampiamente con la sua storia) che resistere e non smettere di voler imparare sono le armi più pericolose con le quali possiamo combattere un nemico che sa solo dire di no.
    Ecco, uno degli impegni da prendere. Subito.
    Ai giovani di questa città, ma non solo a loro per la verità (io mica so' giovane...) dare la certezza che non solo di 'no' sarà costellato il loro futuro.

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  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  11. Grazie Mara per aver citato David Grossman... (insieme a Sari Nuseibeh fu premiati nel 2002) simbolo tangibile della richiesta di pace di ue popoli, devastati da una guerra luga 60 anni...ed il messaggio che portarono è quantomai attuale.

    E' proprio vero, la forza del bene è inarrestabile, riesce a filtrare tra i grovigli fitti della giungla boliviana ed arriva a tutti noi.
    A Marco voglio dire che accade sempre così...gli insegnamenti più intensi vengono sempre dalla "normalità" di gesti d'amore e dalla semplicità dei modi e delle parole.
    Ingrid Betancourt è già un'icona, ma non penso che si ponga il problema: ho visto il distacco e la serenità di una persona che è andata OLTRE con lo sguardo, ed il suo messaggio è chiaro: possiam migliorare il mondo partendo da noi stessi, dal nostro approccio alle cose, dal nostro impegno quotidiano.

    Adesso si tratta di raccogliere questi insegnamenti e metterci al lavoro, per togliere di mezzo quei NO a cui fai riferimento.

    Questo ora è il nostro impegno quotidiano!

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  12. Una bella frontiera ti sei scelto ! ah ahahahah
    D'altra parte le sfide semplici non ci sono mai piaciute...
    Rispetto al tema, secondo me la città non si è resa conto fino in fondo della portata di questo evento.
    Non sò bene se dipenda da una carenza di "marketing" o dal fatto che questa nostra società è sempre più difficile da "coinvolgere".
    Al Verdi c'erano molte persone e mi sarebbe piaciuto che ad assistere ed ascoltare le parole di Ingrid Betancourt ci fossero state anche le scolaresche... sarebbe stata un'occasione importante per far crescere i ragazzi più giovani.

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  13. E' da ieri che mi chiedo: ma come si fa a non impazzire a trascorrere oltre 6 anni (dico più di 2000 giorni)in quelle condizioni.
    Confesso che non conoscevo il libro di Ingrid Betancourt.
    Tu ci suggerisci sempre alcune letture: oggi esco e compro il libro.
    Anche queso è un modo pe partecipare più consapevolmente alle discussioni che facciamo qui sopra (a proposito, guarda che il libro di Sara Gargagli in libreria nonc'è più...).
    Il fatto di avere avuto a Terni un personaggio di questo calibro spiega bene che tipo di potenialità abbiamo (parecchie città farebbero "carte false" per poter proporre una cosa simile).

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  14. Vi segnalo questo link:

    http://www.coningridbetancourt.org/

    (è nato per preparare l'incontro della città di Bologna con Ingrid Betancourt)

    P.S. dagli un'occhiata Riccardo, e poi pensa a quanta dobbiamo ancora fare nella comunicazione!!!
    Mi raccomando!

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  15. C'ha ragione Marcus... presentato così è un'altra cosa !

    Andrea.

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  16. Me la ricordo bene Ingrid Betancourt che scende dall'aereo dopo il blitz delle orze colombiane.
    Finalmente in salvo.
    Ingrid scende da sola le scale dell'aereo, indossa una maglietta grigia sotto un gilet mimetico come il cappellino che copre i capelli raccolti in una treccia fermata da un fiocco bianco; sorride e si stringe in un lungo abbraccio con la mamma.
    Me la ricordo magra, molto magra, ma con un sorriso tenero e smarrito...
    Rivederla osì sicura di sè e determinata (pur nella sua dolcezza) mi ha fatto uno strano effetto.
    Grazie Riccardo.

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  17. Il slenzio.
    Il silenzio di cui parla Ingrid Betancourt...2000 interminabili giorni di silenzio...
    Dove può andare la mente di una persona in tutto queso tempo?
    Seguite attentamente il video.
    La Baetancourt dice:
    "...dialogue interne et le dialogue avec les autres sont à l'origine de l'idée de pouvoir changer le monde..."

    Il dialogo con noi stessi e il dialogo con gli altri sono alla base dell'idea di poter cambiare il mondo.

    Non ci sarebbe molto da aggiungere... per noi, è pane quotidiano !

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  18. Adesso anche il francese!!!
    Però hai ragione, anc'io ho pensato al silenzio di quei giorni (e il secondo video che hai inserito è proprio muto).

    Il dialogo con noi stessi ed il dialogo con gli altri...
    In fondo sembra facile...

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  19. Ho letto il testo integrale della lettea che Ingrid Betancourt ha indirizzato alla madre ed ai figli (tu nei hai inserito solo un piccolo pezzo)
    Vi segnalo il link dove trovarla...
    Quelle parole meritano davvero di essere lette !!!

    http://www.combonifem.it/images/upload/Ingrid_Betancourt_Lettera_alla_madre.pdf

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  20. Grazie Franco, la lettera è molto intensa.
    Non capisco come sia potuta sfuggire dai controlli dei guerriglieri, ma immagino la gioia della madre di Ingrid e soprattutto dei figli...

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  21. Con il suo comportamento e la sua esperienza di vita, la Betancourt ha dimostrato che esiste un’alternativa tra la scelta del silenzio e quella della violenza, ed è l’alternativa non violenta, fondata sulla forza della ragione”.

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  22. Bello il filmato, grazie Riccardo.
    Volutamente improvvisato (immagino), ma l'effetto da cronista d'assalto funziona benissimo.
    Per quanto riguarda il messaggio della Betancourt, è stata molto più intima e coinvolgente in Comune, piuttosto che al Verdi.
    Almeno così è parso a me...

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  23. Intervengo in "punta di piedi" solo per farvi i complimenti.
    Mi piace molto il modo che utilizzate per trattare temi così importanti.

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  24. Davvero intensi questi 3 minuti di video...

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  25. Che donna, rgazzi...
    Che donna!!!

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  26. Continuo a ritenere che la comunicazione dell'evento con la Betancourt sia stata fatta in modo pessimo.
    O meglio, tattato come se riguardasse solo alcuni ambiti specifici dela città, quando il suo messaggio doveva arrivare ad un target ben più ampio (non che al Verdi mancassero le presenze, ma sarebbe stato aspicabile puntare molto anche sulle scolaresche...)

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