domenica 1 febbraio 2009

God save the Queen...and the Italian workers


E bravi gli Inglesi! Se non fosse tragico, ci sarebbe da ridere... Penso a Gianni, Michele ed a tutti gli amici che stanno a Londra. Penso a tutto quello che in queste ore sono costretti a vedere ed a sentire, ma soprattutto penso alle battute da pub che sentiranno intorno a loro, appena dopo la seconda pinta...e penso alla loro rabbia ed alla loro amarezza... A loro dedico questo post, a loro che vivono da vicino la grettezza, mentre si aspettavano di essere nella terra più liberale ed accogliente d'Europa.


Come ci si sente ragazzi nei panni degli immigrati non voluti ? Fermarsi a riflettere è più facile, in fondo, quando i cartelli di protesta parlano di noi... Che ci serva da lezione perchè, per dirla con le parole di Sciascia, "si è sempre più a sud di qualcuno..."

Non tiro neanche fuori Bossi e la lega, ma guardate che anche nella nostra città c'è chi "cavalca gli istinti di pancia"...
E allora, che Dio salvi la Regina...ma soltanto se per il Re saremo tutti uguali !

Yes we can !

47 commenti:

  1. È una vicenda strana, è triste che in un’economia sempre più globalizzata si facciano ancora queste discriminazioni. Sembra di essere tornati indietro di anni a sentire Gordon Brown, il quale ritiene che il lavoro degli inglesi deve restare in Inghilterra, e la magistratura inglese protagonista dell'apertura di u'inchiesta per valutare la sussistena dei requisiti per l'appalto.
    Sarà la crisi economica ad incentivare queste forme di discriminazione, ma ritengo comunque queste modalità inaccettabili.
    Speriamo si torni presto alla normalità, intanto comunque complimenti all'impresa siracusana Irem Spa, che ha vinto una commessa importante, a dimostrazione che alcune aziende italiane sono attive e ben volute all'estero proprio perchè possiedono le potenzialità necessario per competere sui mercati internazionali.

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  2. Davvero assurde le immagini dall'Inghilterra.
    Sembra iniziata una sorta di "guerra tra poveri" !!!
    A guardare il video inglese quai non ci si crede!
    Però hai ragione... in fondo ci fa bene.
    Per una volta siamo dall'altra parte del muro !!!

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  3. I temi sono proprio tanti... meriterebbero tante riflessioni.
    Mi limito a due considerazioni:
    ha ragione feel86, c'è da andare fieri per la professionalità che, nonostante tutto, continuiamo a dimostrare nel mondo...

    Ma la roflessione più amara riguarda questo modo di scaricare sui più deboli la frustrazione di una crisi che ci sta avvolgendo sempre di più...
    P.S. i video accanto (quello di zelig e quello dei sex pistons sono una ...finezza ... ah ah ahahah)

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  4. Grazie Riccà... lo sapevo che avresti scritto qualcosa.
    Sono 3 giorni che sta montando una marea sordida "anti italiana" (alimentata da qualche politicastro di destra e dai media).
    Altro che "cavalcare gli istinti di pancia".
    Qui viene da camminare con il "dito medio" perennemente alzato! (grandi gli operai nel video del tg...)
    Ma il problema è ben più ampio, parla di razzismo latente, di miopia e di gretezza... e queste sono cose comuni in tutta Europa.
    Solo che qui ora se la prendono con gli italiani mafiosi, mentre a Verona con i marocchini mentre a Napoli magari coi rumeni...
    Fatti i dovuti distinguo, trovo che sia un episodio che possa farci riflettere...

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  5. Ci sta proprio bene, a noi "esterofili"...

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  6. Ma dove è finito lo spirito dell'Europa Unita?

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  7. cerco di farla breve: se il Paese sta bene, allora 'lo straniero' non è un problema (gli si lasciano fare i lavori sporchi e che gli indigeni non vogliono più fare e amen), ma se il Paese non sta bene, ecco che si pone il problema. Vale per l'Inghilterra e vale per l'Italia, ovviamente. Quello che dobbiamo fare noi è provare ad esaminare le cose con obiettività: che differenza c'è, voglio dire, tra i nostri connazionali in Inghilterra (non solo quelli protagonisti di queste ultime vicende, ma i pizzaioli, i baristi, i taxisti o gli operatori di borsa) e i miei amici del Bangladesh (moglie e marito) che lavorano a Milano per due multinazionali dell'informatica?

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  8. è arrivata la guerra tra poveri, che qualche anno fa,nella vecchia e ricca Europa, non ci saremmo mai sognati. vuoi per la crisi, vuoi per il crack finanziario che ha colpito la solidissima gran bretagna fatto sta che ci ritroviamo ad essere contestati, ad essere considerati di troppo.
    è triste leggere ed osservare che siamo tornati indietro di almeno 40 anni.
    ora non "emigrano" più solo braccia come allora, ma anche cervelli, persone preparate lingui"sticamente e fornite di inventiva, di capacità, di quello che fino a pochi mesi fa gli inglesi andavano sciorinando, andavano sbandierando di adorare di noi con ogni mezzo stampa: "the italian taste, the italian fantasy".
    ecco, mi chiedo: cosa è successo?
    paura della bravura? paura del confronto? strano da una nazione che ospita almeno la seconda generazione di razza perfetta...(mista)..quindi aperti allo straniero, aperti alla cooperazione ed alla collaborazione.
    accade anche qui nei posti di lavoro "under crisi"...non ci si apre più tanto aglia altri, si teme di esser fatti fuori da questo nuovo arrivato in gamba e desideroso di far buona impressione così tanto magari da soffiarti il posto?

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  9. Mi piace molto il taglio scelto da Marco Torricelli.
    Anche io pensavo la stessa cosa: le cose vanno bene, finchè vanno bene...
    Mi piace anche il fatto che il post è molto breve e lascia spazio ai commenti più vari.
    Io vorrei rivolgermi a quanti tutti i giorni sparano ad "alzo zero" contro tutti gli immigrati.
    Ha ragone Ric, god save the queen...

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  10. eh no! così non vale !
    ahahauauauahahaua auauahahah...
    Sto Giocherellone me fa morì...

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  11. Andiamo bene, fategli pure i complimenti !!!ahahahahahahh

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  12. Non riesco a capire tanto clamore. Il Regno Unito fa parte della CEE? Faccio un esempio: ci sono state procedure d'infrazione emesse all'Italia dall'Unione Europea per il Codice degli Appalti (che riguarda lavori, forniture e servizi pubblici), nello stesso (arrivato oggi al 3° correttivo secondo le direttive CEE) è prevista la cd. soglia comunitaria (equivalente a 5 mln. di euro), oltrepassato quell'importo la gara d'appalto deve avere evidenza pubblica a livello europeo. Ciò tradotto in soldoni significa che l'appalto (pubblico) potrebbe essere vinto anche da un'impresa portoghese, greca, francese o inglese. E magari se si trattasse di un tratto autostradale con gara vinta da un'impresa inglese oggi saremmo tutti a dire: "ah meno male, almeno fanno i lavori rapidamente...sono onesti, sanno lavorare!". Qui si tratta della Total(multinazionale privata) per lavori da 17 mln. di euro da realizzarsi in 4 mesi. E la ditta italiana ha portato con sè 300 tecnici specializzati. Forse farebbero bene a riconvertire rapidamente i grandi manager della City in operai specializzati, magari farebbero meglio il loro lavoro, visto quel che è successo. O magari potrebbero reistituire le colonie di sua maestà ed importare materie da tutto il mondo a costo quasi zero. Beceri.

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  13. Secco e diretto Michele !
    Ma il clamore sta tutto nella "forzatura" dell'opinione pubblica operata dai edia e da qualche politicastro di destra.
    E la cosa che mi colpisce di più è che succeda in un Paese simbolo dell'accoglienza e della società multietnica.
    Certo che oggi ormai(soprattutto se la gara è di evidenza pubblica a livello europeo, e se si tratta di multinazionali) è assurdo parlare di queste cose.
    Ma come vedi, in questo mondo folle, basta davvero poco per far tornare indietro di 40 anni ache una società moderna come quella anglosassone.

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  14. Ma vi sembro troppo superficiale se, sperando che tra gli operai italiani in Inghilterra votino lega, mi viene da ridere ?!?

    Scendendo a passi veloci tutti i gradini dell'ovvietà, potrei aggiungere: "chi la fa, l'aspetti".

    P.S. Un plauso particolare a quelle forze sindacali inglesi che, dopo aver determinato tante conquiste nella storia dei diritti dei lavoratori, oggi si mette a cavalcare queste posizioni assurde e di retroguardia.
    Come si dice in questi casi?

    Many, many compliments !?!

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  15. Gordon Brown batte un colpo!
    Stigmatizza come "indifendibili" gli scioperi (domani è prevista a Londra una manifestazione contro i lavoratori stranieri).

    "Sarebbe un errore enorme - ha sottolineato Brown - fare marcia indietro rispetto ad una situazione in cui le aziende britanniche possono operare in Europa, e quelle europee possono farlo qui da noi".

    Ma questa battaglia di retroguardia dei sindacati (che "pompano" l'opinione pubblica) è francamente inquitant!

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  16. Non so se avete avuto modo di seguire i telegiornali, in questi giorni. Ieri, in un servizio (credo del TG1) alcuni inglesi dicevano: "Noi non ce l'abbiamo con loro perché sono stranieri...".
    Non vi ricorda nulla?

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  17. Di solito la frase Marco continua così:

    ..."però dobbiamo prima pensare alle nostre famiglie, in questo momento di crisi"...

    Ma che imbecilli !!!

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  18. Ops! E' bello vedere i cari e gloriosi sindacati inglesi rialzare la testa. Era tanto tempo che non menavano le mani ( vedi i minatori ndr.)A quanto pare gli abbiamo messo un bel pò di sale sulla coda. Niente di personale ragazzi, sapete che vi voglio bene... ma stavolta tengo per i miei. Seguirò la vicenda passo passo, questioni di cuore. E Dio "ci" salvi dalla Regina. Tutti.

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  19. Alla luce delle posizioni dei sindacati inglesi, tutti presi da una battaglia di retroguardia (come dice "zio Eugenio"), mi verrebbe da darti ragione Riccardo.
    Forse c'era una motivazone di fondo alla base dell'attacco della "Lady di ferro" alle rappresentanze dei lavoratori.
    Certo, se quello i oggi è il punto più alto della riflessione dei sindacati inglesi, forse forse la Thatcher non aveva tutti i torti.

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  20. Vi comunico che qui a Londra la situazione si fa pesante.
    Tutti i ristoranti italiani domani rimarranno chiusi (evidentemente per paura) e l'opinione pubblica cavalca gli istinti peggiori.
    Ovviamente la destra soffia sul fuoco, e sento riecheggiare qua e là vecchie storielle sull'immigrazione controllata...
    Occhio che la storia si complica...

    P.S. hai ragione Riccardo, ci vuole una grande pazienza a non prendere a schiaffi qesti signorini snob di città, quando sparano su "mangiaspaghetti"... (sapessi che rabbia!!!)

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  21. Il punto lo ha centrato Abidemi Bello da Lagos . "Se gli inglesi dicono british job to british people", le decine di migliaia di lavoratori inglesi impegnati nell'industria petrolifera nigeriana dovrebbero fare i bagagli e andarsene. "Nigerian job to Nigerian people".

    Meditate gente, meditate !!!

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  22. "IF we lose this battle, our industry will go to the wall."
    (I Pink Floyd non hanno insegnato molto, mi pare)

    Questo si dice in Inghilterra.
    E l'opinione pubblica la pensa così.

    E' esattamente quello che dalle nostre parti dice la Lega e la Destra, solo che adesso i bersagli siamo noi !!!

    Come si dice: "chi semina vento, raccoglie tempesta..."

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  23. Non per fare il controcorrente ma il motto "british job to british people" o roba del genere, è stato coniato da Brown ad un convegno laburista di un anno fà. Anzi se è nato da qualche parte è nato proprio nella sinistra inglese. Dubito che la Tatcher avrebbe detto stronzate del genere, seppur con lacrime e sangue quel paese l'ha rimesso a posto, forte dei suoi principi se volete iperliberali che escludono categoricamente protezionismi. Piuttosto comincerei a preoccuparmi delle prime misure di Obama, mi risulta che sia in discussione un act che preveda l'utilizzo di materie prime made in USA per realizzare opere infrastrutturali (ad es. per i ponti tondini d'acciaio e quando dico acciaio dovremmo essere sensibili che dite con quanti 1500 cassintegrati?), e che addirittura il Congresso voglia estendere a tutti i prodotti che vengono utilizzati per le misure di rilancio del piano da 850 mld. di $ il marchio made in USA. Se Michelle si mette per i gala i vestitini della stilista cubamericana farà pure tanto figo, ma se cominciano a farlo tutti ti saluto Armani & C., tanto per fare un esempio. Gli USA sono uno dei nsotri maggiori importatori, fate un po' voi. E la vera causa della depressione del '29 non fu il gigantesco crack finanziario ma le misure protezionistiche che ne vennero dopo generando (per cascata tra paesi) una riduzione di 2/3 degli scambi commerciali internazionali.
    Qui non è questione ideologica di venti e sospiri, e meno male, ho paura che (e non in Italia dove abbiamo il Tremont-no-global ravveduto e corretto) i passi giusti economici in aria di crisi non si inventano e non si governano coi populismi, cosa che Brown invece sembra saper fare bene, oddio mica tanto neanche quello! Riguardo ai nigeriani Marta, conoscendo un po'l'Africa, mi trovi d'accordo il problema è che se aspettavamo che i nigeriani trovassero, estraessero e raffinassero il LORO petrolio a quest'ora stavamo freschi, ciò non esclude che le multinazionali (anche italiane vedi ENI) potrebbero creare condizioni migliori per le popolazioni e magari cercano anche di farlo, il problema è anche dover riempire le tasche di governanti corrotti e avidi, tanto quanto i manager.

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  24. Secondo me dice una cosa giustissima Lalety: è arrivata la guerra tra poveri.
    La disoccupazione, l'ignoranza e la puara dei fantasmi di una crisi di cui non si può immaginare come e quando finirà generano questo tipo di risultati.
    In questo momento, in tutto il mondo, c'è anche sicuramente un problema sociale, di integrazione, e un preoccupante ritorno a questo genere di idee grette e retrograde che fanno gelare il sangue (specie se provengono da un paese che, storicamente, è la patria di idee nuove e libertarie).
    Certi tipi di "protezionismo" della razza si instaurano sempre nei momenti di crisi economica (immagino ricorderete le banconote da un milione di marchi degli anni '30).
    Ovviamente spero che non si sfiorino neanche lontanamente ipotesi del genere ma bisogna ricordare dove si può arrivare e, nell'affrontare certi problemi bisognerebbe ricordare le parole di un tale Angelo Roncalli che diceva: cercate ciò che unisce e non ciò che divide.

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  25. non e cosi banale come questione.. in uno situziazione di crisi puo uno stato favorire un cittadino proprio ad uno straniero ??

    messa cosi pare ovvia.. forse stiamo facendo troppo baccano per un fatto marginale..Non far lavorare una ditta ke viene dall estero una volta kiamata comporta sicuro IL PAGAMENTO DI UNA PENALE ..e nn penso vogliano pagar doppio il lavoro.
    Sono convinto ke e solo una provocazione verso i loro politici quella di minacciare il blocco di tali operai ..tesa piu alle decisioni future ,,
    cio ke mi preoccupa e ke con tutto cio ke accade (IN NEGATIVO ) in ogni settore industriale il nostro TG e GOVERNO parlano di stupri ..militari .O_o .e se si parla di scioperi e Premier quelli di altri nazioni ( vedi Obama..ok ..mi piace e bravo e di colore..ma nn e' ilnostro premier insomma.. riceve meta TG!!!) o il caso Battisti ...ke insomma! ...

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  26. Purtroppo le cose che dice Michele sono vere (purtroppo sono vere, non purtroppo le dice Michele, eh?) e il Buy American lanciato da Obama pare che avrà subito un seguito: Sarkozy, intende imporre una condizione analoga alle case automobilistiche che beneficieranno degli aiuti statali. Se accetteranno la clausola "Achetez Francais", le case automobilistiche godranno di maggiori garanzie e condizioni piu' accomodanti sui prestiti. Se nel '29, il calo dei 2/3 degli scambi tra Paesi fu drammatico, oggi potrebbe provocare un'autentica tragedia.

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  27. Michele, Bastilani inquadrano perfettamente il tema delle misure "protezionistiche" (vere cause della depressione del '29).
    Anch'io ho paura che Obama e tutti i Primi Ministri dei Paesi g8 cercheranno di immettere elementi che tutelino la propria industria nazionale.
    Ma qui vengo al ragionamento di Fabio: ma il nostro Governo quali misure mette in campo per arginare l'onda lunga diuna crisi di caratura mondiale?
    Voglio dire, al di là di slogan e facili ricette demagogiche, Francia, Inghilterra e Spagna hanno varato da tempo un pacchetto di misure in grado di porre dei paletti che tutelino il sistema economico nazionale.
    E il nostro di Governo?

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  28. Mentre i ministri Frattini, Sacconi e Matteoli cercano in tutti i modi di stigmatizzare gli scioperi anti-italiani, leggete le dichiarazioni di questo campione della Lega, Roberto Cota, capogruppo ala Camera:

    Gli operai inglesi della Lindsay in sciopero contro una società italiana "hanno ragione". Quello che sta succedendo a Grimsby è l’esempio più classico della globalizzazione che ci presenta il conto. Ce lo ha già presentato con la crisi economica e finanziaria, con il problema della sicurezza e adesso tocca al mercato del lavoro. Sono gli effetti di una globalizzazione senza regole o con le regole saltate, una globalizzazione selvaggia. Adesso tocca a Grimsby. Prima o poi si parlerà del Veneto".

    Campione del mondo!!!

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  29. Gli egoismi nazionali e locali, le chiusure, le manifestazioni di xenofobia ed i protezionismi non potranno dare nessun contributo positivo al superamento della crisi economica e occupazionale.
    Occorre l'azione dei governi, ma occorre anche un'azione forte sul piano culturale, politico e morale per disinnescare queste tendenze estremamente pericolose per i nostri valori e per il futuro della nostra comunità.
    Queste inammissibili proteste dei lavoratori inglesi mettono in causa i fondamenti del nostro stesso vivere insieme in Europa.

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  30. Ha ragione Enrico.
    La libera circolazione dei lavoratori è un principio basilare, fondante dell'Unione Europea stessa.
    Chi mette in crisi questo concetto, mette in crisi il Patto Comunitario intorno al quale i fonda l'Europa unita.

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  31. Se guardate attentamente il video, ad un certo punto i nostri operai, visto che sono lì regolarmente per lavorare, stufi di essere insultati, hanno risposto alzando il dito medio e facendo il gesto dell’ombrello.
    Non oso immaginare cosa sarebbe successo in Italia se qualche romeno o nigeriano avesse osato fare altrettanto...

    Oggi poi dopo l’ennesimo immigrato picchiato e bruciato (si chiama Navtej Singh Sidhu), mi piacerebbe che chi continua a seminare odio, si indignasse un po’, ma con se stesso. Dubito che accadrà...

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  32. il fermo immagine dei lavoratori italiani col dito medio alzato è da cappo del mondo!!!
    ah ahahahahahahahahah...

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  33. Mozione d'ordine...come si diceva una volta...(ricordi di gioventù, scusate): e se 'approfittassimo' di questa storia per fare qualche considerazione sulla nostra realtà locale? Chi a Terni è approdato in cerca di un futuro e chi, da Terni, si è dovuto e si deve spostare alla ricerca dello stesso futuro? Qui, per fortuna, nessuno da fuoco a nessuno e proprio per questo, credo, si potrebbe avviare una discussione interessante.

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  34. Bene Marco, aggiungo soltanto una cosa:
    a me Terni piace, vorrei poter continuare ad esercitare la mia professione (che amo).
    Vorrei vedere prospettive di crescita, ma soprattutto mi aspetto che si metta mano ad un sistema di incrostazioni e d "cariatidi" che bloccano tutto.
    Mi riferisco alla politica (capito Riccà?), ma anche alle associazioni di categoria, ai simdacati, al mondo del credito, all'associazionismo.
    E qui non è questione di andare a prendere valenti pofessori dalla casacca multicolore..
    Occorre puntare su chi dà spazio a giovani in gamba ed a idee innovative (ma che stiano in piedi).
    Lo ammetto, sono di parte, ma mi rendo conto che questa è una grandissima opportunità per tutti quelli ... "in cammino"...

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  35. Scioperi anti-italiani...
    Riporta alla mmoria tristi episodi.

    P.S. E' vero Fefo, sei sfacciatamente di parte, e non credi ai "re magi"...
    Ma ci piaci per questo !!!

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  36. eh eh eheheh...
    Ci manca solo la frase: SIAMO TUTTI BABBEI !

    P.S. scusate se torno a bomba all'argomento, ma vorrei sottolineare una cosa: sebbene gli scioperi anti-italiani siano stati fomentati da tempo attraverso siti, blog e media, la cosa sconcertante è che abbiano avuto una forma "spontanea".
    Come a dire che gli scioperanti intercettano perfettamente gli orientamenti dell'opinione pubblica nel suo complesso...
    E questo è un problema serio!

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  37. Marinella, ma siamo davvero certi che, al di la della forma, quelle manifestazioni siano poi così 'spontanee'? Forse è il caso di interrogarsi sul potere (visto che siamo qui, a parlarne su un blog, le cose ci dovrebbero essere abbastanza chiare...) che queste nuove forme di comunicazione hanno ormai acquisito.
    Siti internet e blog, molto più dei media tradizionali (quanta gente, a Terni, legge i giornali? Quanta gente, a Terni, si informa e comunica attraverso la rete?.....il confronto è impari, vince la rete a mani basse) sono ormai LA forma di comunicazione e, quindi, anche IL metodo per orientare le coscienze. Anche in forma 'spontanea', credo.

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  38. D'altra parte me lo dici Marco come si fa a leggere i quotidiani locali?
    Quando non scendono nel gossip, o scrivono di "miserie", non mi pare che facciano Informazione.
    Oggi ho dato un occhiata ai titoli...
    Se tu prendi una locandina del "vernacoliere" e la metti vicino a qualunque locandina dei giornali locali...riesci a scoprire differenze sostanziali?
    Allora ben venga la rete, a dare spazio a chi ha qualcosa da dire.

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  39. Appoggio Vittorio nela critica ai giornalai ternani (ma è possibile che tranne il Messaggero, che si dà arie, ma da tempo non se capisce quello che scrive, i giornali ce li abbiamo tutti contro?)
    E poi dice che uno "se butta nela rete"...

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  40. guardiamola dal lato opposto. Ovviamente, è una provocazione: le redazioni dei quotidiani, o dei media più in generale, tendenzialmente adattano i propri contenuti e il 'taglio' delle loro pubblicazioni, sulla base del pubblico di riferimento e sul riscontro che hanno dalle edicole. In sostanza, quello che mi chiedo è questo: se ci fosee una redazione di Repubblica su Terni, non è che le vendite dei quotidiani sarebbero in crisi lo stesso?

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  41. probabilmente Alessio ha ragione, ma quello che dobbiamo chiederci è: se è vero (ed è vero) quello che dice massimo franco in relazione a 'quello' che scrivono i giornali e a 'come' lo scrivono, perché lo fanno?
    Non sarà che l'approccio è sbagliato? Non sarà che non si è capaci di interagire con i media in modo non dico funzionale, ma normale? Non sarà che, insomma, il sistema di comunicazione va rivisto radicalmente?

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  42. Colpire l'opinione pubblica è una cosa sostanzialmente molto difficile. Perchè bisogna capire quale è la parte degli 'indecisi' su un determinato tema, o di coloro che, magari, non ci hanno mai pensato sopra. I giornali sono bravi in questo, ma mai quanto altri mezzi di comunicazione. Internet, ora, rappresenta lo strumento più 'popolare' (alcuni sostengono anche il più democratico). Comunque, credo che la rete abbia ancora tanto da dire e tante menti intelligenti da 'arruolare' e soprattutto sia il mezzo con cui poter arrivare davvero alla parte più indecisa e meno cosciente della società.

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  43. prorio qui volevo arrivare: intendo dire, a quello che dice Marco. E aggiungo: sono mesi ormai che commentiamo (io per primo) entusiasticamente il vento di cambiamento che soffia dagli States sull'onda dello 'Yes we can'. Ebbene, tra poche settimane, nella nostra città, c'è l'opportunità di cambiare qualcosa. E allora, credo sia questo il momento di iniziare questo nuovo percorso e partire (o comunque passare) proprio dalla comunicazione e dai rapporti tra cittadini, media e istituzioni.
    Now, we can!

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  44. Ieri guardavo un film, Milk di Gus Van Sant, e pensavo proprio a questo: al cambiamento nel modo di fare comunicazione politica. Parlare alla gente, 'appropriarsi' dei mezzi di comunicazione delle persone comuni, scendere al loro livello, mettersi sullo stesso piano. Quello che probabilmente manca ai nostri politici. Bisogna capire su chi spingere, quale è il ventre molle su cui puntare per il vero cambiamento. Penso che i giovani, probabilmente i più disillusi dal sistema, abbiano bisogno di sentire il vento del cambiamento, che può arrivare solo da un nuovo modo di fare e pensare la politica. Blog e siti internet???

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  45. Per tutta una serie di motivi che non sto ad elencare, ma soprattutto perchè incontri una persona che pur portando con sè un grande dolore ti trasmette lo stesso tanta serenità mi va di dire due cose.
    La prima è che facciamo un gran parlare dei mezzi di comunicazione, di come si usano, di cosa strategicamente sia migliore ecc. Ci esaltiamo di tattiche messe in atto per raggiungere un numero sempre maggiore di persone, di arrivare direttamente alle loro coscienze ecc. Allora il metodo diventa valore, tanto più efficace è il metodo tanto più il contenuto diventa automaticamente migliore. Spesso sento dire, con un so che di senso di esaltazione, che Obama è riuscito a sfondare su internet, che è forte perchè sa usare tutti i mezzi di comunicazione. Se poi si è giovani e tecnologicamente avanzati allora tanti punti a favore, si guarda al futuro (che per quanto mi riguarda non è un valore, ma è qualcosa che in quanto ancora da realizzarsi non si può definire). Io dico che bisogna fare molta attenzione. Si corre il rischio di confondere tattica e strategia. Non è un caso che si tende a riappropriarsi dei mezzi di comunicazione (come se fossero stati rubati da qualcuno), non è un caso che tutti vogliano tenerne le fila.
    L'antidoto è semplice: riscoprire i contenuti.
    La comunicazione paranoica, schizzata, rapida, diabolicamente tecnologica, ammazza i contenuti,non lascia il tempo di pesare le parole, riflettere, ponderare. Vorrei riscoprire cose semplici che sembrano prese da una soffitta impolverata ma che si chiamano silenzio e contemplazione, meditazione e calma. Scusate ma quando tutto passa ad una velocità supersonica è difficile vedere cosa sia veramente la vita. E prima di tutto è fatta delle nostre meditazioni, dei pensieri non urlati, ma tenuti dentro, quelli che escono durante una fila in auto, o la sera prima di coricarsi, quelli di una passeggiata in montagna, o che ti accompagnano tra le pagine di un libro. Quelli sono i nostri pensieri migliori, quando ci riappropriamo delle nostre parole e del nostro tempo e non dei mezzi di comunicazione. Questo è l'antidoto a tutto lo schifo.

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