domenica 27 febbraio 2011

Volontari della Valnerina: le origini.

Tutto ha un inizio: in questo video le origini dei Valnerina Volunteers, da Italica 150 al migliaio di chilometri tra monti, boschi e fiumi dei nostri territori. A parole è difficile spiegare la bellezza di viaggiare "a passo lento", così, riporto sotto al video qualche riga di "Camminando" di Carlo Befani, manager nella vita e volontario della prima ora. Questo per far capire di che gruppo di eclettici ricercatori di felicità stiamo parlando... In barba a quanti pensano che la nostra città non abbia talenti, idee e risorse. Nel frattempo, per le ore in cui siamo riusciti ad evadere, abbiamo rallentato il ritmo di una vita fin troppo frenetica; per una nuvolosa domenica di fine febbraio, non mi pare neanche male... Lunga vita ai Volontari della Valnerina!


"...La sera che arrivammo dormimmo finalmente in una stanza normale, dopo tante notti passate per terra, dentro una cantina o dove capitava. Dopo cena ci facemmo un giro a carte sotto il portico ornato da un bel roseto, anche se in realtà tutti e tre avevamo voglia di guardarci in faccia e di raccontarci, con gli occhi e senza parole, quello che ognuno di noi provava dopo aver compiuto un’impresa che a tutti pareva impossibile. Ma noi non sapevamo che era impossibile, e quindi ce la avevamo fatta, come scrive Mark Twain. Ci rendemmo conto che camminando si imparano tante cose. Avevamo imparato che per farcela servono mete chiare e occhi concentrati, muscoli allenati e mappe mandate a memoria, attrezzi giusti e zaino ridotto all’essenziale, umiltà quando cadi o sbagli strada e insieme sfrontatezza e tenacia nel rialzarti. Quel po’ di follia che ti spinge a desiderare una meta che appare fuori dalla portata delle persone normali, e insieme uno spiccato senso del reale per non perdersi del tutto nella follia. E che la ragione non è solo nella nostra testa e nel nostro metro, ma è un arco da tendere con tutti i fattori che abbiamo: ascoltare il proprio istinto e la fatica del fisico, l’altro e il tempo, gli animali e gli alberi, e in alcuni momenti affidarsi al buon Dio quando hai fatto tutto ciò che è umanamente possibile. Avevamo capito che la terra dove posi il passo ne sa più di te ed è diversa da ogni altra, ha un genio da esaltare, regole da rispettare, una bellezza che devi restituire ai tuoi figli… Eravamo partiti in tre, ma neanche a metà strada uno di noi se n’era tornato indietro – più per sfiducia nell’obiettivo che per scarso allenamento – ed eravamo comunque arrivati in tre. Antonio si era unito naturalmente e senza dircelo: l’avevamo conosciuto in cammino – e quindi era amico da sempre – e si era affidato a noi con una lealtà e una fiducia che si trova solo nei compagni di strada. Grazie ad Antonio – che mi salvò la pelle la notte dopo che l’avevamo incontrato, mettendo a rischio anche la sua nonostante lo conoscessi da poche ore – avevamo scoperto che ogni persona che incontri è unica: ha una storia da raccontare che profuma d’infinito e la forza sorgiva di un’idea che ha bisogno di essere libera, condivisa, estesa: è un potenziale compagno di strada, se crede nella stessa impresa. Fu quella sera che immaginammo un futuro dove le storie delle energie personali si integrano e fanno leva – come tanti piccoli ruscelli si fanno fiume che scende impetuoso a far fiorire le terre di pianura – e si mettono in cammino per trasformare gli spazi vissuti dalle persone in geografie sostenibili..."

(da "Camminando" di Carlo Befani)

6 commenti:

  1. bel video e soprattutto complimenti per la scelta delle musiche.
    Mi verrebbe voglia di seguirvi. Prima o poi...

    RispondiElimina
  2. questa cosa di riscoprire il gusto di camminare mi piace moltissimo.
    Magari non mi farei l'Italia a piedi, ma qualche uscita per i monti del circondario mi tenta parecchio.
    Belle foto e bello il brano di questo tuo amico.

    RispondiElimina
  3. preferisco la mountain bike, ma capisco benissimo il fascino del trekking.
    C'hai ragione: i nostri territori sono splendidi. Ecco perchè rimango sempre stupito del fato che non si riesca a valorizzarli a sufficienza.

    RispondiElimina
  4. MA CHE RAZZA DI BARBONE ERI???
    Fortuna che te la sei tagliata, altrimenti altro che Volontario, parevi proprio un BRIGANTE!
    Allora dillo che ti vuoi dare alla macchia.

    RispondiElimina
  5. ho cominciato a camminare pure io. Per carità, niente di "epico", ma mi sento meglio.
    Dalla prossima volta ci trascino anche Marco.
    Se vi dovessero arrivare delle maledizioni, saranno le sue di sicuro.

    RispondiElimina